Pepe Escobar: nessuno vuole la Terza Guerra Mondiale. The Economist: l'esercito russo ha riconquistato il 50% dei territori nella regione di Kursk
La leadership ucraina è sempre più isolata. Ad appurarlo questa volta è anche l’Economist che, citando un anonimo funzionario ucraino, ha rivelato come il “piano della vittoria” proposto dal presidente Volodymyr Zelensky sia stato etichettato come un "fallimento" dagli Stati Uniti. Fonti vicine a Washington riferiscono che l’escalation prevista da quest’ultimo, volta a spingere la Russia a negoziare su condizioni più favorevoli per Kiev, è vista come un rischio eccessivo. I punti del documento proposto includevano l'invito dell'Ucraina a entrare nella NATO prima della fine del conflitto. Un'idea che gli Stati Uniti non supportano apertamente, in quanto dovrebbe trascinare l'intera Alleanza in guerra con la Russia.
Un aspetto critico di questa situazione, sottolinea la fonte, è che la Casa Bianca non ha avvertito Zelensky direttamente su queste preoccupazioni, lasciando spazio a un possibile disallineamento tra Washington e Kiev. Gli Stati Uniti non sono dunque pronti a sostenere l'adesione dell'Ucraina alla NATO nelle attuali condizioni di guerra, segnando una profonda frattura nei piani strategici.
Il giornalista e analista geopolitico Pepe Escobar è lapidario sulla questione: l'Occidente non sosterrà il "piano della vittoria" di Vladimir Zelensky e non permetterà attacchi missilistici in profondità nella Russia, perché nessuno vuole una terza guerra mondiale, questo è inefficace e non è altro che una campagna di pubbliche relazioni del leader ucraino.
Quest'ultima previsione in particolare è stata oggi annunciata dal segretario alla Difesa americano Lloyd Austin, secondo cui gli Stati Uniti non forniranno più i missili a lungo raggio ATACMS in quanto le basi delle forze aerospaziali russe sarebbero già fuori dalla loro portata. Nessuna menzione è stata fatta ad analoghe soluzioni dalla gittata significativamente maggiore.
"Fondamentalmente, questa è una specie di richiesta da parte di Zelensky. Ok, dateci più soldi e dateci il via libera per colpire obiettivi all'interno della Federazione Russa. Tutti guardano questo e dicono: 'No, non lo faremo, perché questa è la terza guerra mondiale, se diamo il via libera”, ha detto Escobar alla testata Ria Novosti, sottolineando che questa sarebbe inefficace, proprio come l’attacco delle forze armate ucraine alla regione di Kursk.
Nel merito del sempre più precario sostegno occidentale il rapporto annuale del Servizio informativo della Confederazione Svizzera (CRS), segnala che Washington e i Paesi europei si trovano ad affrontare crescenti difficoltà nel fornire sostegno militare all’Ucraina.
"... Le capacità militari della Russia si espanderanno ulteriormente nei prossimi mesi. D'altra parte, è diventato politicamente più difficile per gli Stati Uniti e i paesi europei fornire l'assistenza vitale di cui l'Ucraina ha bisogno", afferma il rapporto, che conclude come il momento sia attualmente favorevole alla Russia, dato che la situazione è fortemente influenzata dalle elezioni presidenziali americane del 5 novembre.
Le recenti indiscrezioni giungono mentre il leader ucraino ha allertato i suoi alleati del coinvolgimento crescente di Pyongyang nel conflitto. Secondo l’intelligence ucraina, fino a 12.000 soldati nordcoreani potrebbero essere schierati a supporto delle forze russe. Nel merito, il segretario alla Difesa britannico e altri funzionari occidentali hanno confermato che esistono prove concrete della presenza di truppe nordcoreane in Russia.
L'ultimo riscontro arriva sempre dal segretario alla Difesa Austin che, tuttavia, pur appurando la presenza di truppe nordcoreane sul suolo russo, definisce poco chiaro il loro ruolo specifico.
D'altra parte, il Dipartimento militare russo denuncia come dall'inizio del conflitto, circa 15.000 mercenari provenienti da più di 100 paesi sarebbero arrivati in Ucraina per partecipare alle ostilità contro l'esercito russo.
Mosca avanza nel Kursk e minaccia Zaporizhzhia
L’offensiva in grande stile in territorio russo ha perso inesorabilmente l’entusiasmo adrenalinico dei primi giorni e si sta trasformando in un calderone mortale per le truppe AFU. Diversi filmati mostrano colonne di soldati che tentano di fuggire da Lyubimovka, mentre vengono investiti e decimati dai colpi dell’artiglieria russa. È un massacro che si fa sempre più dispendioso per la leadership ucraina e non è dato sapere per quanto tempo Kiev sarà in grado di mantenere quel territorio, teoricamente rivendicato come terra di scambio nei futuri negoziati. Secondo un recente rapporto dell’Economist, l'esercito russo ha riconquistato fino al 50% del territorio precedentemente occupato dall'Ucraina nella regione di Kursk e potrebbe essere in procinto di lanciare un'offensiva contro Zaporizhzhia, un'importante città industriale nel sud dell'Ucraina.
Un alto funzionario ucraino ha dichiarato che l’insediamento potrebbe essere il prossimo obiettivo della Russia. Nonostante le forze russe siano già avanzate in alcune parti della regione, non si sono ancora verificate azioni su larga scala. Se la Russia dovesse riuscire a prendere Zaporizhzhia, non solo infliggerebbe un duro colpo all'economia ucraina, ma spezzerebbe anche la difesa ucraina lungo la linea del fronte meridionale, aprendo nuove possibilità di avanzata verso Dnepropetrovsk.
Mosca continua in ogni caso ad avanzare sul fronte orientale. Secondo la risorsa militare DeepState, che lavora per la Direzione principale d’intelligence ucraina, le truppe russe sono entrate nella periferia orientale di Selidovo, mentre le forze ucraine si trovano sotto attacco anche a Gornyak e nei dintorni di Ugledar.
In particolare a Selidovo i combattimenti urbani si sono intensificati violentemente: i soldati russi hanno occupato diversi edifici chiave e tagliato le vie di rifornimento dell’AFU.
La situazione sarebbe già estremamente critica, con i russi che sono arrivati alla periferia di Vishnevoye, fino ai quartieri settentrionali cella città.
“Stanno cercando di aggirarli per raggiungere l'autostrada Selidovo-Pokrovsk", scrive l'analista militare ucraino Bogdan Miroshnikov, spiegando che, avendo appunto quasi raggiunto la periferia, restano solo 300-400 metri a quell’importante via logistica.
"La terza e ultima strada, già in direzione Kurakhovo, è interrotta. Le forze armate russe sono riuscite ad avanzare di circa 500 metri nel settore privato a est. Ma non importa quanto i russi avanzino nella città, i combattimenti nel loro insieme finiranno molto rapidamente se le ultime due rotte da Selidovo verranno interrotte”, riassume Miroshnikov.
Infine anche nella zona di Liman, a nord, le truppe russe hanno effettuato un significativo spostamento del fronte, avanzando fino a sei chilometri e liberando l'importante villaggio di Novosadovoe. L'obiettivo sembra essere il controllo del fiume Zherebets, un nodo cruciale per limitare i movimenti delle forze ucraine e consolidare ulteriormente la presenza russa nella regione.
Foto di copertina © Imagoeconomica
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