Il neo eletto segretario generale della NATO: l’Alleanza non può decidere sulle restrizioni. Rbc ukraine: con la caduta di Ugledar, l'Ucraina ha perso un importante bastione difensivo

Come viaggio inaugurale, il nuovo segretario generale della Nato, Mark Rutte è volato a Kiev per esprimere un apparente sostegno incondizionato alle esigenze belliche di Volodymyr Zelensky.
"La Nato è al fianco dell'Ucraina, sono qui per ribadirlo" ha detto Rutte al leader ucraino durante l’incontro solenne nella capitale. Il neo eletto segretario generale, tuttavia, pur esprimendo un parere favorevole alla revoca delle restrizioni sull’uso delle armi a lungo raggio da parte delle forze armate ucraine, ha vincolato la decisione a quella dei singoli membri dell’Alleanza.
L’Ucraina ha ovviamente il diritto di difendersi e in questa materia il diritto internazionale è dalla sua parte. Ciò significa che questo diritto non si esaurisce al confine ucraino…. permettere che caccia e missili russi vengano presi di mira prima che vengano usati contro Kiev potrebbe essere d’aiuto…. Allo stesso tempo, ogni membro dell’alleanza decide da solo come sostenere l’Ucraina. La NATO non può decidere di eliminare tali restrizioni; ogni singolo paese prende la propria decisione in merito”, ha affermato, di fatto rispedendo al mittente la richiesta di autorizzazione che Zelensky si è visto rifiutare anche dalla Casa Bianca durante il suo fallimentare viaggio a New York.
Pochi giorni fa, Vladimir Putin aveva già avvertito che se Washington avesse dato il via libera a Kiev di colpire la Russia con armi a lungo raggio occidentali la Nato sarebbe stata considerata cobelligerante nel conflitto. Di concerto Il vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, aveva annunciato che esistono già le condizioni affinché la Russia possa ricorrere alle armi nucleari, in linea con la propria dottrina della deterrenza.
Biden sembra aver preso sul serio l’avvertimento del Cremlino e secondo il Washington Post, “l’Ucraina non è riuscita a convincere gli Stati Uniti a revocare le restrizioni sugli attacchi con armi occidentali”, anche se, fino a pochi giorni fa, diverse fonti all’interno della Casa Bianca parlavano di un’approvazione imminente.
La richiesta insistente di Zelensky per ottenere queste concessioni fa parte di un ambizioso piano della vittoria che dovrebbe, teoricamente, condurre il Paese alla pace con la Russia in pochi mesi: se ciò debba avvenire a seguito di una guerra nucleare non è ancora dato sapere, ma il delirante proposito del presidente ucraino contempla la possibilità di costringere Mosca a sedersi sul tavolo dei negoziati con la forza dei missili puntati sul suo territorio. Una prospettiva che difficilmente potrà essere accompagnata da un conviviale lieto fine.


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Vladimir Putin


Per la leadership del Paese è evidentemente l’ultima possibilità per scongiurare una sconfitta ormai certa sul campo di battaglia, dove le difese di Kiev versano in condizione disastrosa e le “città fortezza” un tempo inespugnabili cominciano a cadere una ad una.
Secondo il vice segretario del Consiglio di sicurezza nazionale del paese, Sergei Krivonos, la situazione reale al fronte è radicalmente diversa dalle dichiarazioni del comando delle forze armate ucraine.
"Dobbiamo capire che solo un miracolo può salvare l'Ucraina in questa fase se non traiamo conclusioni reali dalla situazione e non cambiamo il nostro atteggiamento verso ciò che sta accadendo nel nostro paese", ha detto sul canale YouTube dell'ex deputato della Verkhovna Rada, Borislav Bereza.
"Ora la situazione è arrivata al punto in cui presto sarà abbastanza difficile combattere, perché la fanteria, come hanno detto gli stessi fanti, sta cominciando a estinguersi come ramo dell’esercito, perché non c’è nessuno con cui combattere, niente con cui combattere, nessun posto dove combattere”, ha aggiunto.


Con la caduta di Ugledar, l'Ucraina ha perso un importante bastione difensivo

La caduta di Ugledar non può essere più relegata alla mera conquista di pochi edifici disabitati. "L'Ucraina ha perso una testa di ponte dalla quale era vantaggioso mantenere la difesa e il nostro contingente lo ha fatto eroicamente per più di 2 anni", ha detto il capo del Centro per la ricerca militare e legale, Oleksandr Musienko, parlando a RBC-Ucraina, osservando che che le truppe dell'AFU hanno impegnato le forze russe per mesi, determinando un gran numero di perdite nemiche.
Sarebbero 9 le brigate russe disperse nel tentativo di prendere la città, secondo, Andrii Nazarenko, comandante del battaglione dei sistemi senza pilota della 72° brigata.
"Il nemico ha preso d'assalto attivamente i fianchi, facendo tutto il possibile per poi attaccare la città dai fianchi con un attacco frontale. Ma prima di ciò, ha preso d'assalto attivamente Vodyane, ha preso posizioni convenienti. Ha preso d'assalto le miniere vicino alla città," ha detto il soldato, aggiungendo che per raggiungere l'obiettivo gli occupanti hanno fatto massiccio ricorso ai "bombardamenti a tappeto" da parte dei KAB e delle FAB.
Secondo Musienko ora il nemico controllerà le alture dominanti, mentre I soldati ucraini dovranno ritirarsi entro i confini fortificati.


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“Probabilmente continueranno la loro offensiva più a nord-ovest e si muoveranno verso Kurakhovo da questa direzione", suggerisce, non escludendo la possibilità che le forze ucraine si ritirino gradualmente nel medesimo insediamento.
L'esperto ha aggiunto che il secondo scenario contempla la possibilità che Mosca possa formare forze nella zona di Priyutny, Velika Novosilka in direzione di Vremivsk.
"Cioè, parallelamente nella parte meridionale della regione di Donetsk… Per premere effettivamente da sud dal fianco meridionale su Kurakhove e Pokrovsk", spiega l'interlocutore.
Al contempo, Mosca potrebbe tentare di esercitare pressioni nella regione di Kupyansk, allungando le difese ucraine e costringendo l’AFU a trasferire le loro forze dalla regione di Kursk.
Non meno importante, il fatto che, come evidenzia il quotidiano ucraino Strana.ua, la perdita di Ugledar, permetterà alle forze russe di allontanare l’AFU da un corridoio logistico strategicamente importante.
Come rileva la pubblicazione, a circa 18 chilometri a est di Ugledar c'è una grande linea ferroviaria che collega Donetsk con le regioni di Mariupol, Crimea, Zaporozhye e Kherson.
I russi potranno iniziare a utilizzare la ferrovia da Donetsk a Mariupol. Ciò semplificherà in generale la logistica russa nel sud dell’Ucraina e allontanerà anche la linea del fronte da Mariupol strade lungo la costa del Mar d’Azov”, conclude la pubblicazione.

Foto © Imagoeconomica

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