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Nell'eventualità si prevedono più di 800 mila morti in pochi istanti

Una rappresentazione in computer grafica di un futuro immaginario che tuttavia ci riporta con violenza alla drammatica realtà. Sono immagini che evocano una prospettiva terrificante, quelle trapelate dal canale tv russo, "GRANDE RUSSIA!". Nelle sequenze riprodotte, Londra è investita da un devastante attacco nucleare che nella simulazione in 3d viene eseguito con un missile dotato di una testata da 750 kilotoni.
Secondo la ricostruzione la città sarebbe spazzata via da una palla di fuoco che "vaporizzerebbe all'istante" centinaia di migliaia di persone, provocando 850.000 morti e due milioni di feriti.
Il video ha come incipit un monito: "Immaginate per un momento che accada l'inimmaginabile Un'arma nucleare esplode su Londra. In questo documentario, esploriamo le conseguenze devastanti di questa catastrofe".
La voce fuori campo spiega agli spettatori che dopo la detonazione, una sfera infuocata calda come il sole si espanderebbe rapidamente, raggiungendo un raggio di 950 metri. "Qualsiasi cosa intrappolata all'interno di questa palla di fuoco viene immediatamente vaporizzata. Le persone entro quel raggio non sentiranno nulla perché la velocità di trasmissione dell'impulso nervoso è più lenta. Entro 5 km dall'epicentro queste aree riceveranno la maggior parte della distruzione: Camden Town, Kensington, Brixton".


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Un ticker sullo schermo somma il numero di possibili vittime. "Data la densità di popolazione nel centro di Londra, il bilancio iniziale potrebbe superare i 250.000 morti e circa 600.000 feriti in un raggio di 10 km".
Curioso che solo pochi giorni prima, il Dipartimento della Difesa statunitense aveva commissionato uno studio per prevedere l'impatto che un possibile conflitto nucleare avrebbe sull'ambiente e sull'agricoltura a livello mondiale, concentrandosi su regioni "oltre l'Europa dell'Est e la Russia occidentale", definite come l'epicentro ipotetico di un possibile impiego di armi nucleari.
Sono solo simulazioni, per fortuna, lo ribadiamo, ma che arrivano in un momento dove la tensione tra Mosca e l'Occidente ha superato di diversi ordini di grandezza la soglia di guardia. Pochi giorni Putin aveva già avvertito che se Washington avesse dato il via libera a Kiev di colpire la Russia con armi a lungo raggio occidentali - una prospettiva avvallata energicamente dalla Gran Bretagna - la Nato sarebbe stata considerata cobelligerante nel conflitto. Di concerto Il vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, aveva annunciato che esistono già le condizioni affinché la Russia possa ricorrere alle armi nucleari, in linea con la propria dottrina della deterrenza.


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Secondo tre analisti, citati dalla Reuters, le opzioni di ritorsione di Vladimir Putin al superamento di questa linea rossa, potrebbero includere il colpire risorse militari britanniche vicino alla Russia o, addirittura, condurre un test nucleare per dimostrare le intenzioni.
Non parliamo dunque di uno scenario fantascientifico. Ulrich Kuehn, esperto di armi presso l’Istituto per la ricerca sulla pace e la politica di sicurezza di Amburgo, ha affermato di non escludere che il leader del Cremlino scelga, all’occorrenza, di inviare un messaggio, ad esempio testando un’arma atomica nel tentativo di intimorire l’Occidente.
"Sarebbe una drammatica escalation del conflitto", ha detto in un'intervista alla Reuters, "Perché il punto è: che tipo di frecce sono rimaste a Putin da scagliare se l'Occidente continuasse ancora, a parte l'effettivo uso del nucleare?".
Forse abbiamo sfiorato di un soffio questo apocalittico scenario a cui ci avrebbe portato il paino di pace, nonché “piano per la vittoria”, partorito da un allucinato Volodymyr Zelensky, ormai perso completamente nei suoi autodistruttivi deliri trionfalistici.


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Parlando alla 79ª sessione generale dell'Assemblea delle Nazioni Unite, il leader ucraino ha detto che "non si tratta di negoziati con la Russia”, bensì del raggiungimento di una posizione forteche spingerebbe Putin “a porre fine alla guerra diplomaticamente”. Un contorto piano diabolico che si realizzerebbe, per l’appunto, attraverso l’ok di Washington a porre in essere attacchi a lungo raggio con le armi americane in territorio russo. In sostanza si tratta di portare la Nato in guerra direttamente con Mosca per vincere la guerra; l’ultima carta da giocare per il presidente ucraino che cova ancora la speranza di ribaltare la situazione disastrosa del fronte orientale, dove oramai i russi avanzano senza sosta.
Il leader del Cremlino è tornato proprio oggi a dare uno stop alle possibili macchinazioni occidentali in tal senso. Parlando al consiglio di sicurezza sulla deterrenza nucleare, Putin ha proposto di apportare una serie di modifiche alla definizione delle condizioni per l'uso delle armi nucleari e in particolare di “considerare l’aggressione contro la Russia da parte di qualsiasi stato non nucleare, ma con la partecipazione o il sostegno di uno stato nucleare, come una loro azione congiunta contro la Federazione Russa".


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Per nostra fortuna Biden sembra aver preso sul serio l’avvertimento di Putin e secondo il Washington Post, “l’Ucraina non è riuscita a convincere gli Stati Uniti a revocare le restrizioni sugli attacchi con armi occidentali”, anche se, fino a pochi giorni fa, diverse fonti all’interno della Casa Bianca parlavano di un’approvazione imminente.
Si avvia all’epilogo un conflitto sanguinoso che Washington ha alimentato per spingere la Russia ad esporsi militarmente e sbilanciarsi, come evocava il think tank del Pentagono, Rand Corporation nel lontano 2019. Ci hanno raccontato che era la follia imperialista di Vladimir Putin ad aver innescato la sua guerra criminale, mentre lo stesso segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ammetteva già un anno fa che la causa scatenante verteva sull’espansione della Nato e delle sue infrastrutture militari fino ai confini russi.
La Russia non è stata piegata, né militarmente, né economicamente e ora, all’incedere dell’opzione nucleare l’amministrazione statunitense, forse per opportunismo politico, ha optato per saggio dietrofront.
Ma cosa accadrebbe al genere umano se un giorno le simulazioni dei grandi strumenti predittivi dell’Occidente vedano una guerra atomica come unica opzione disponibile al fine di salvaguardare la supremazia egemonica a guida statunitense?

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