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Attacco ucraino colpisce deposito di armi russo e viene rivelato dai sismografi

Infuriano ancora i combattimenti nella regione di Kursk, con gli ucraini che tentano di sfondare aprendo nuove brecce all'interno del territorio russo. Le ultime incursioni nel distretto di Glushkovsky verso Vesyoly, stando ai rapporti dei commissari militari di Mosca, si sono risolte con la distruzione di colonna di veicoli blindati e carri armati a 1,5 km dal confine.
Con l'appoggio dell'aviazione militare e del fuoco dell'artiglieria, sono stati respinti quattro tentativi delle forze armate ucraine di sfondare il confine della Federazione Russa in direzione degli insediamenti di Veseloye e Medvezhye", si legge nel rapporto del Dipartimento militare di Mosca che stima un numero di perdite ucraine pari a 70 persone uccise e ferite, due carri armati, di cui un Leopard, due veicoli da combattimento di fanteria CV-90 di fabbricazione svedese, otto veicoli corazzati da combattimento e un cannone d'artiglieria. Informazioni coadiuvate da diversi filmati che mostrano i blindati tentare di aprire una breccia tra denti di drago poco prima di essere bersagliati dall’artiglieria che costringe le unità superstiti alla ritirata.
Nel frattempo le forze di Mosca hanno registrato progressi significativi in diverse aree del fronte ucraino. Il rapporto del quotidiano russo Readovka ha evidenziato che le forze armate ucraine hanno abbandonato la città di Ukrainsk e si siano ritirate verso Kurakhovo, per scongiurare il rischio di accerchiamento.
Un'indiscrezione confermata anche dal canale Deep State che lavora per la Direzione principale dell'intelligence del Ministero della Difesa dell'Ucraina.
"Il nemico avanzò vicino a Stelmakhivka, Grodivka e Ukrainska. Proseguono i combattimenti nella zona di Zhelanno Pershy", sostengono gli analisti dal lato ucraino.
Secondo fonti di Mosca, le truppe AFU hanno dunque continuato a ritirarsi dalle fortificazioni a nord di Krasnogorovka, cercando di riorganizzarsi su posizioni più favorevoli. Il loro arretramento è stato motivato dalla difficoltà di mantenere posizioni strategicamente deboli, come il cumulo di rifiuti della miniera ucraina e il villaggio di Tsukurino, dove la mancanza di munizioni ha complicato ulteriormente la difesa.
Le forze russe hanno rafforzato la loro posizione vicino a Selidovo, con l'obiettivo di isolare le truppe ucraine attraverso attacchi mirati sulle vie di rifornimento, come l'autostrada E-50, e sono avanzate verso la stazione ferroviaria di Vishnevoye.
L'obiettivo finale è Pokrovsk dove, come riportato dal quotidiano ucraino UNIAN, ieri le Forze armate RF hanno interrotto l'approvvigionamento idrico, distruggendo il ponte che collega la città con Mirnograd; un ‘azione che pone le condizioni per un attacco frontale.
La stessa testata ucraina riferisce che le truppe russe sono già alla periferia della città e l’AFU sta costruendo una strada sterrata alternativa verso Mirnograd, ma “la pressione russa rimane forte da più direzioni, specialmente dopo la caduta di Novogrodovka”.
Il comandante ucraino Fanagay ha descritto come, nonostante i progressi russi, l'offensiva sia rallentata, con attacchi meno efficaci e numerosi morti tra i soldati del Cremlino. Mosca ha cambiato tattica, usando piccoli gruppi di soldati a piedi per infiltrarsi nelle linee ucraine, abbandonando in gran parte i veicoli corazzati. Tuttavia, “l'esercito russo è ancora numericamente superiore e gli ucraini soffrono di una carenza di munizioni, con una disparità significativa nei proiettili sparati”, afferma la pubblicazione. Il maggiore Stanislav ha confermato che la Russia ha la capacità di sostenere l'attacco grazie agli approvvigionamenti derivanti da petrolio e gas.
Pokrovsk è vista come un obiettivo strategico fondamentale per la Russia, che, se conquistato, potrebbe aprire la strada verso altre città ucraine chiave, come Konstantinovka, Druzhkovka, Kramatorsk e Slavyansk. L’insediamento rappresenta infatti una base logistica, principale snodo dei trasporti delle forze armate ucraine dove si intersecano numerose linee stradali e ferroviarie.
Senza di esso, Kiev avrà difficoltà a trasferire truppe, cibo e munizioni in altre parti della linea del fronte estesa. Il destino della città è dunque legato al destino dell'intera regione di Donetsk.


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Attacco ucraino colpisce deposito di armi russo e viene rivelato dai sismografi

Una potente deflagrazione ha illuminato i cieli di Toropets, situato a più di 300 miglia a nord dell’Ucraina e circa 230 miglia a ovest di Mosca, dove un attacco ucraino avrebbe colpito un grande deposito di armi russo. Si tratta di uno dei più grandi attacchi all'arsenale militare di Mosca dall'inizio della guerra con l’esplosione che ha liberato un’energia tanto distruttiva da essere stata rivelata dalle stazioni di monitoraggio dei terremoti, come riportato dal The Guardian.
Il ministero della Difesa russo ha affermato che 54 droni ucraini hanno preso di mira durante la notte cinque regioni della Russia occidentale e che sono stati tutti distrutti.  Ma in una tacita ammissione del bombardamento, Igor Rudenya, governatore della regione russa di Tver, ha detto che i vigili del fuoco stavano cercando di contenere l'incendio e che alcuni residenti erano stati evacuati dalle loro case. Al contempo, i media statali, hanno riferito che mercoledì gli asili nido e le scuole nel distretto di Zapadnodvinsk, al confine con il distretto di Toropetsk nella regione di Tver, sono stati chiusi.
Il consigliere del capo dell'ufficio del presidente ucraino Mikhail Podolyak, commentando l’attacco ha lanciato un appello affinché possa essere eguagliato da altrettanti incursioni in profondità.
"Molto efficace, molto impressionante, ma non abbastanza. E questo è il problema oggi, perché è proprio questa distruzione di queste infrastrutture, compresi i magazzini in primo luogo, che influenzerà in modo ottimale gli eventi in prima linea e influenzerà in modo significativo la società", ha osservato, parlando all’emittente RBC-Ucraina.
Podolyak ritiene che grazie a tali attacchi, i russi continueranno a comprendere che la guerra sta gradualmente aumentando in modo significativo la loro presenza sul loro territorio, "e poi finalmente vedremo una Russia diversa, saranno isterici, faranno pressione sulla loro “élite”.
“Ma per aumentare questa portata è necessario eliminare questi divieti informali e, in secondo luogo, aumentare notevolmente il numero di strumenti perché una cosa sono i droni, un’altra cosa sono gli attacchi a distanza di 100-200-300 km dalla linea del fronte o dal confine di stato dell’Ucraina con la Federazione Russa, distruggetelo con missili balistici di gittata adeguata
”, ha detto il consigliere del capo dell’OP.
In realtà, anche l’opzione tanto ambita da Podolyak di effettuare attacchi a lungo raggio con armi occidentali, salvo scavalcare nuove pericolose linee rosse, non potrà cambiare la situazione sul campo di battaglia.
Ne ha scritto recentemente il Sunday Times, citando l’intelligence britannica che ha mostrato una mappa della distruzione degli oggetti sul territorio russo nel raggio di azione dei missili Storm Shadow. La gittata di questi sistemi, 250 chilometri, permetterebbe di colpire 14 aeroporti e basi aeree, una raffineria di petrolio e il quartier generale del distretto militare meridionale a Rostov sul Don, dove probabilmente si trova il comando delle operazioni militari dell'esercito russo in Ucraina.
Tuttavia, è anche necessario tenere conto del fatto che le forze armate russe potrebbero portare i loro aerei oltre la portata non solo di Storm Shadow, ma anche dell'ATACMS, il che rende i missili privi di significato per il corso della guerra”, sostiene l’intelligence inglese.

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