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Reuters: l’Ucraina ha presentato a Washington una lista di obiettivi da colpire in Russia

Kiev intende andare fino in fondo nel tentare l’ultimo colpo di mano in grado di ribaltare le sorti della guerra, a costo di qualunque rischio, nucleare compreso.
Secondo la Reuters, l’Ucraina ha presentato agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna una lista di potenziali obiettivi sul territorio russo che vorrebbe colpire con armi occidentali a lungo raggio, inclusi posti di comando, depositi di carburante e armi e aree di concentrazione di truppe.
Inizialmente, le autorità di Kiev volevano utilizzare i missili ATACMS per attaccare le basi aeree russe, “ma il Pentagono ha risposto che quasi tutti gli aeroporti militari idonei erano fuori dalla portata di questi missili”, hanno riferito le fonti della Reuters.
Le forze armate ucraine, oltre ai missili ATACMS, intendono utilizzare gli Storm Shadow britannici e gli SCALP francesi. A questo scopo la Gran Bretagna sta cercando l’approvazione degli Stati Uniti prima di eliminare le restrizioni, ma una fonte di Parigi ha puntualizzato che il Paese non ha bisogno del permesso di Washington.
Come rivelato da una recente inchiesta del The Guardian, il governo britannico avrebbe già deciso di revocare la restrizione, ma non lo ha ancora annunciato pubblicamente.
Una formalità “che potrebbe realizzarsi verso la fine di settembre”, chiarisce il Times.
Le tensioni tra Washington e Mosca hanno raggiunto livelli estremi, con gli avvertimenti dal Cremlino che preannunciano una potenziale catastrofe imminente. Il vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha lanciato ieri un nuovo avviso riguardo alle conseguenze per gli attacchi ucraini in territorio russo con armi a lungo raggio, supportati dall'Occidente, accusando i leader dell’Alleanza Atlantica di sottovalutare la risposta russa e ribadendo che, nonostante Mosca non voglia un conflitto nucleare, “la pazienza sta per esaurirsi”. Medvedev ha inoltre sottolineato che esistono già le condizioni affinché la Russia possa ricorrere alle armi nucleari, in linea con la propria dottrina della deterrenza.
Anche il vice ministro degli Esteri, Sergey Ryabkov, ha avvertito di una risposta violenta da parte di Mosca, a seguito del via libera statunitense agli attacchi ucraini in profondità con armi a lungo raggio. Ryabkov ha messo in guardia gli avversari occidentali, affermando che sottovalutano il rischio di escalation.
Secondo tre analisti, citati sempre dalla Reuters, le opzioni di ritorsione di Vladimir Putin potrebbero includere il colpire risorse militari britanniche vicino alla Russia o, in extremis, condurre un test nucleare per dimostrare le intenzioni.
In particolare, Ulrich Kuehn, esperto di armi presso l’Istituto per la ricerca sulla pace e la politica di sicurezza di Amburgo, ha affermato di non escludere che il leader del Cremlino scelga di inviare un messaggio, ad esempio testando un’arma atomica nel tentativo di intimorire l’Occidente.
"Sarebbe una drammatica escalation del conflitto", ha detto in un'intervista. "Perché il punto è: che tipo di frecce sono rimaste a Putin da scagliare se l'Occidente continuasse ancora, a parte l'effettivo uso del nucleare?"
La Russia non conduce test sulle armi nucleari dal 1990, l’anno prima della caduta dell’Unione Sovietica, e una nuova detonazione segnerebbe l’inizio di un’era più pericolosa, ha aggiunto Kuehn.
Anche, Gerhard Mangott, specialista in sicurezza presso l'Università di Innsbruck in Austria, ha riconosciuto in un'intervista che ritiene possibile, anche se a suo avviso improbabile, che la risposta della Russia possa includere una qualche forma di segnale nucleare.
"I russi potrebbero condurre un test nucleare. Hanno fatto tutti i preparativi necessari. Potrebbero far esplodere un'arma nucleare tattica da qualche parte nell'est del paese solo per dimostrare che (loro) pensano sul serio quando dicono che prima o poi ricorreremo alle armi nucleari”, ha affermato.
Di concerto, l'ambasciatore russo all'ONU, Vassily Nebenzia, ha dichiarato venerdì al Consiglio di Sicurezza dell'ONU che la NATO "parteciperebbe direttamente alle ostilità contro una potenza nucleare", se permettesse all'Ucraina di usare armi a lungo raggio contro la Russia.


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La roulette britannica


Ipotizzando un’escalation che coinvolga solo la Gran Bretagna se consentirà l’uso degli Storm Shadow contro la Russia, l’ex consigliere del Cremlino Sergei Markov, ha ipotizzato che probabilmente Mosca considererà Londra, da attore coinvolto in una guerra ibrida per procura, ad aggressore diretto. “È probabile che la Russia chiuda l’ambasciata britannica a Mosca e la propria a Londra, colpisca droni e aerei da guerra britannici vicino alla Russia, ad esempio sul Mar Nero, e possibilmente lanci missili contro gli aerei da guerra F-16 che trasportano Storm Shadows nelle loro basi in Romania e Polonia”, ha previsto Markov. Il leader del Cremlino ha più volte tentato di tracciare delle linee rosse che sono state puntualmente disattese, ma l’ultimo avvertimento sui missili a lungo raggio, appare come un ultimo monito inequivocabile che non può essere destinato a restare confinato nelle parole. Mangott, nel merito, ha commentato che il modo in cui l’ammonimento di Putin è stato mostrato ripetutamente dalla televisione di stato russa ha creato un'aspettativa che avrebbe dovuto mantenere. Markov di concerto affermato che “la Russia ha deciso di rompere” la strategia di “bollire una rana a fuoco lento”, riferendosi agli aumenti incrementali dell’Occidente negli aiuti all’Ucraina volti a non provocare una dura risposta russa. "Il prossimo passo che l'Occidente sta pianificando è un piccolo passo, ma supera una linea rossa alla quale saremo effettivamente costretti a rispondere. Considereremo che siete in guerra con noi". Sergei Mironov, leader di un partito politico filo-Cremlino, è stato ancora più diretto in un comunicato stampa: "È arrivato il momento della verità per l'Occidente, se desidera una guerra su vasta scala con la Russia".

Foto © Imagoeconomica

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