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Reuters: vicino accordo per consegna dei JASSM con gittata fino a 700 km. Raid russo su Poltava: 47 morti. Rogov: colpito l’istituto militare delle comunicazioni

Kiev chiede missili a lungo raggio per colpire il territorio russo, il Pentagono acconsente. Questo in sostanza è il quadro fornito dalla Reuters che, citando alcuni funzionari statunitensi, parla di un accordo imminente per fornire all'Ucraina vettori in grado di raggiungere il Paese nemico in profondità.
Tre fonti hanno dichiarato che l'inclusione dei missili Joint Air-to-Surface Standoff Missiles (JASSM) in un nuovo pacchetto di forniture belliche, dovrebbe essere annunciata in autunno, anche se non è stata presa una decisione definitiva.
Secondo la pubblicazione, la loro consegna potrebbe alterare significativamente il panorama strategico del conflitto, garantendo un maggior raggio d’azione per colpire nuovi obiettivi in territorio russo, con potenti munizioni a guida di precisione. "Il missile JASSM potrebbe consentire all'Ucraina di colpire obiettivi a circa 300 km all'interno della Russia, tra cui almeno 30 basi aeree, alcune delle quali utilizzate dalla Russia per lanciare attacchi", afferma la pubblicazione, che suggerisce l'eventuale possibilità di attaccare le installazioni militari nelle città russe di Voronezh e Bryansk, nonché i campi d'aviazione o strutture navali in Crimea.
Questi sistemi d'arma, prodotti da Lockheed Martin, hanno una gittata di circa 370 km, con la possibilità, per alcune versioni, di arrivare a 700 km e sono progettati per essere furtivi e difficili da individuare dai radar. Sono in grado di volare vicino al suolo e seguire percorsi complessi per evitare le difese aeree. Hanno una testata da 1.000 libbre, un sistema di guida avanzato con GPS e mirino a infrarossi, che li rende efficaci contro la guerra elettronica.
La possibilità di fornire questa tipologia di missili, che garantirebbero a Kiev un effimero vantaggio strategico nel contesto di una disfatta militare sempre più concreta, rischia tuttavia di portare il conflitto su un crinale pericoloso.
Solamente l'altro ieri, il viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, rispondendo alle dichiarazioni di Zelensky, che avanzava, appunto, la richiesta di sistemi a lungo raggio, ha riferito che la Russia modificherà la sua dottrina sull’uso delle armi nucleari in risposta a quella che considera un’escalation occidentale nella guerra in Ucraina.
La dottrina nucleare russa, stabilita da un decreto di Vladimir Putin nel 2020, consente l'uso di armi nucleari in risposta a un attacco nucleare nemico o a un attacco convenzionale che minacci l'esistenza dello Stato. Alcuni analisti militari russi più estremisti hanno sollecitato Putin a ridurre la soglia per l'uso delle armi atomiche al fine di intimidire gli avversari occidentali. Il leader del Cremlino ha dichiarato a giugno che la dottrina nucleare è uno "strumento vivente" che può essere modificato in base agli sviluppi globali.


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Volodymyr Zelensky e Joe Biden © Imagoeconomica


"I lavori sono in una fase avanzata e c’è la chiara intenzione di apportare correzioni”, ha puntualizzato Ryabkov, rilasciando la dichiarazione più esplicita finora, a conferma che sono in corso lavori avanzati per apportare modifiche in tal senso.
Nel frattempo preoccupa l’offensiva russa nella regione di Donetsk. Secondo l’editorialista della rivista Forbes, David Ax, i progressi russi in direzione di Krasnoarmeysk potrebbero portare all'accerchiamento delle forze armate ucraine a sud della città.
"La marcia dell'esercito russo verso Pokrovsk non solo minaccia la città <...> Unità di almeno quattro brigate ucraine potrebbero essere circondate dalla Russia a sud (della città – ndr)", ha affermato, precisando che alla Russia basteranno un paio di manovre per creare una trappola per centinaia di soldati ucraini. “Tali perdite avranno gravi conseguenze per l’indebolito gruppo ucraino nel Donbass”, ha concluso Ax.


Raid russo su Poltava: 47 morti. Mosca: colpito l’istituto militare delle comunicazioni

A seguito di un attacco missilistico russo contro un istituto scolastico e un ospedale a Poltava, il bilancio delle vittime è salito a 47 persone. Ad annunciarlo è stata la First Lady Elena Zelenskaya sulla rete X, aggiungendo che anche il numero dei feriti è aumentato notevolmente, arrivando 206 persone.
"Sappiamo già di 47 morti e 206 feriti. La Russia ci sta portando via la cosa più preziosa: la vita. Non lo dimenticheremo mai", ha scritto la moglie del presidente dell'Ucraina.
La feccia russa pagherà sicuramente per questo attacco”, ha tuonato invece Zelensky, precisando che gli obiettivi sarebbero stati colpiti da due missili balistici Iskander.
Secondo la versione russa, veicolata dal presidente del movimento “Siamo con la Russia”, Vladimir Rogov, le forze Armate RF hanno colpito l’istituto militare delle comunicazioni di Poltava, specializzato nella formazione del personale nei settori del radar e della guerra elettronica.
"Sono stati questi uomini ad essere colpiti da un attacco missilistico. Ciò è avvenuto al momento della formazione, alla quale inizialmente hanno preso parte più di cinquemila membri del servizio di sicurezza. Le perdite del nemico sono centinaia", ha precisato Rogov.


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Una versione che trova sempre più conferme anche da fonti ucraine: “a Poltava, dopo l'attacco al centro di addestramento militare, l'allarme è stato lanciato più volte, i soccorritori non sono riusciti a tirare fuori i militanti delle forze armate ucraine da sotto le macerie”, ha lamentato il deputato del consiglio comunale di Poltava S. Kaplin.
Le immagini mostrano grandi edifici completamente dilaniati dall’esplosione che ha ferito anche alcuni passanti posti a centinaia di metri di distanza.


Terremoto politico a Kiev: licenziati 3 ministri

La leadership ucraina continua a vivere momenti tumultuosi. Nella giornata di martedì, il governo di Volodymyr Zelensky ha subito una serie di scosse con il licenziamento di Gizo Uglava, vice capo dell'Ufficio nazionale anticorruzione, e le dimissioni di tre ministri. Non sono ancora chiare le ragioni precise dietro le dimissioni, che hanno sollevato numerosi interrogativi.
I tre ministri dimissionari sono Oleksandr Kamyshin, responsabile della supervisione della produzione di armi durante la guerra e in carica dal marzo 2023, Denys Maliuska, ministro della Giustizia e consigliere del presidente, e Ruslan Strilets, ministro dell'Ambiente. La notizia è stata confermata dal presidente del Parlamento di Kiev, mentre i diretti interessati hanno formalizzato la loro decisione attraverso lettere di dimissioni. Anche Vitalii Koval, presidente del Fondo demaniale dell'Ucraina, ha annunciato il proprio abbandono.
Il licenziamento di Gizo Uglava, avvenuto martedì mattina, è stato giustificato con "violazioni delle regole di condotta etica per i dipendenti". Il funzionario è sotto indagine per presunte pressioni esercitate su un informatore che ha rivelato come alcuni funzionari dell'Ufficio nazionale anticorruzione (NABU) avrebbero avvisato i sospettati di alto profilo riguardo alle indagini e perquisizioni in corso. L'inchiesta, avviata a maggio per fuga di notizie, coinvolge figure vicine al presidente Zelensky. Nonostante Uglava fosse sospeso dal servizio da maggio, solo ora è stato definitivamente rimosso dal suo incarico.
In un post sui social, Uglava ha accusato il suo superiore, il direttore Semen Kryvonos, di aver orchestrato il suo licenziamento per motivi personali, affermando di possedere prove inconfutabili a sostegno delle sue accuse.

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