New York Times: nonostante l’offensiva ucraina a Kursk, Mosca è intenzionata a prendere la città
Sono ore difficili per l’Ucraina sul fronte del Donetsk. L'assalto a Kursk è costato caro a Kiev in termini di uomini e mezzi, che dalle retrovie della linea di contatto del Donbass sono stati spostati nella regione di confine. Secondo il Financial Times, si trattava di almeno 10.000 soldati, tra cui molte delle sue forze aviotrasportate d’élite e brigate meccanizzate, il cui dispiegamento non ha fatto altro che espandere una guerra di logoramento in cui la Russia ha un vantaggio in termini di risorse. E le perdite sono ingenti, almeno secondo quanto riportato dal Ministero della Difesa russo che riferisce dell’eliminazione, dall’inizio dell’incursione, della spaventosa cifra di 7.000 militari, 74 carri armati, 35 veicoli da combattimento di fanteria, 62 veicoli corazzati, 460 veicoli corazzati da combattimento, 210 veicoli, 51 pezzi di artiglieria, 13 lanciarazzi multipli, inclusi quattro HIMARS e un MLRS.
“Quando ha avuto inizio l’invasione ucraina di Kursk, dissi che la regolarità empirica che domina la dinamica della guerra avrebbe trovato una nuova conferma: “Per ogni passo avanti gli ucraini faranno due passi indietro”. Gli ucraini hanno fatto un passo avanti a Kursk e due passi indietro in Donbass e su altri fronti. E non credo proprio che a Kursk finirà bene per loro”, scrive il professore associato alla LUISS, Alessandro Orsini su Sicurezza Internazionale.
I risultati di questa inconcludente debacle militare sono sempre più evidenti. Poche ore fa sono cadute le città di Memryk e Kalynove, mentre i russi sono avanzati anche a Novogrodivka, Kostyantynivka, vicino a Mykhailivka, Lisivka e Vodyanyi.
"Ciò che accade a est di Pokrovsk sembra un ritiro su larga scala delle forze ucraine rimanenti. I russi sono già in Selydove e, a quanto si dice, hanno raggiunto il centro della città da 23.000 abitanti. La velocità di avanzamento russa e le lamentele ucraine indicano che non c'è una difesa significativa nell'area", afferma l'analista militare del Bild Julian Röpcke, che conferma anche la perdita dell’importante città di Kostyantynivka, decretando il blocco di un’importante via di rifornimento in direzione di Vuhledar.
“Negli ultimi due mesi le truppe russe hanno liberato circa 50 chilometri quadrati nel nord-est (di questa città – ndr). La strada O0532 non è più adatta per rifornire una città strategicamente importante controllata dalle forze ucraine ", ha scritto ieri Röpcke, riferendosi alla strada che porta a nord-est, appunto da Vuhledar.
Anche la mappa del canale Deep State che lavora per la Direzione principale dell'intelligence del Ministero della Difesa dell'Ucraina, mostra Kostyantynivka, completamente nella zona grigia o sotto il controllo russo dopo l’avanzata russa.
New York Times: nonostante l’offensiva a Kursk, Mosca è intenzionata a prendere Pokrovsk
Secondo il New York Times, sebbene sia stata colta di sorpresa dall'offensiva su Kursk, la Russia rimane più intenzionata a catturare Pokrovsk, una città che funge da hub logistico chiave nella regione orientale ucraina del Donbass e i suoi leader sono stati riluttanti a ritirare le truppe da quel fronte, hanno detto i funzionari occidentali e gli esperti militari.
“L'obiettivo dell'offensiva estiva russa è almeno quello di prendere possesso (della città – ndr)”, ha dichiarato il colonnello Markus Reisner, che supervisiona lo sviluppo delle forze presso la principale accademia di addestramento militare austriaca e segue da vicino la guerra in Ucraina.
Come riportato dal militare, mentre Mosca ha schierato a Kursk soprattutto unità di riserva e truppe provenienti da aree dell'Ucraina meridionale e nord-orientale che non fanno parte della spinta principale nel Donetsk, i rinforzi russi hanno “rallentato notevolmente” lo slancio dell'Ucraina nella regione. E sembra che Mosca abbia calcolato che dirottare abbastanza risorse per respingere completamente l'incursione da un'area tatticamente insignificante non sarebbe il miglior uso della sua potenza militare - soprattutto perché costringe l'Ucraina a spendere i propri mezzi per tenere il territorio che ha preso.
Kiev rischia di perdere un importante centro logistico
Anche Pokrovsk, con una popolazione prebellica di circa 60.000 abitanti, è diventato, assieme a Kostyantynivka, un importante incrocio ferroviario, capace di supportare le forze ucraine lungo un'ampia linea del fronte da Vuhledar a nord di Donetsk e oltre.
Ma l’importanza di questo insediamento si estende oltre i suoi collegamenti ferroviari: la città è anche situata in un importante snodo stradale, vitale per i rifornimenti lungo l'intera linea del fronte. La via che collega Pokrovsk a Kostyantynivka è da tempo un obiettivo degli sforzi offensivi russi e tagliarla complicherebbe il rifornimento delle truppe impegnate nel settore Bakhmut-Horlivka.
“La perdita sia della strada che della ferrovia esacerberebbe la situazione per le forze ucraine nel Donbass, portando alla potenziale perdita di Kurakhove, Vuhledar e aree sia a sud che a nord di Toretsk”, scrive Euromaidanpress che segnala anche un aspetto politico non indifferente.
“Pokrovsk si trova a poco più di 20 chilometri dal confine amministrativo dell'Oblast di Dnipropetrovsk. Dato che le forze russe sono rientrate nell'Oblast di Kharkiv da nord nel maggio 2024, ci sono poche ragioni per credere che Putin intenda fermarsi ai confini amministrativi degli Oblast di Donetsk e Lugansk”, continua la pubblicazione.
In sostanza se questo importante snodo logistico cadesse, le forze russe incontrerebbero ostacoli minimi nell'avanzare verso Dnipro, estendendo potenzialmente il loro controllo in un'altra regione amministrativa dell'Ucraina e ampliando l'elenco degli oblast occupati.
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