New York Times: Putin ora non è concentrato sulla pace, ma sulla vendetta
Non c’è più alcuna possibilità di dialogo a seguito dell’incursione in grande stile di Kiev all’interno del territorio russo, col favore del supporto bellico occidentale, Himars compresi. Nei giorni scorsi, i missili americani sono stati utilizzati per distruggere i ponti usati come via di rifornimento per le truppe di Mosca.
Alla luce dell’offensiva ucraina nella regione russa di Kursk, “al momento il processo negoziale è completamente inappropriato”, ha dichiarato il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov in un’intervista al canale Telegram Shot.
“A questo punto, data questa impresa, non parleremo”, ha precisato, rispondendo a una domanda sulla possibilità di negoziati con Kiev. Ushakov ha aggiunto che le proposte di Putin “non sono state annullate, ma al momento il processo negoziale è del tutto inappropriato”.
Anche secondo il New York Times l’iniziativa ucraina ha mandato in frantumi le previsioni che vedevano i due paesi in grado di procedere verso un cessate il fuoco. "Kiev sta facendo una scommessa rischiosa che l'invasione le darà nuova leva per concludere un buon accordo con il Cremlino", scrive la pubblicazione.
In particolare, due ex alti funzionari vicini al leader russo, parlando in condizioni di anonimato, hanno affermato di ritenere che le prospettive di colloqui per il cessate il fuoco sono diventate più remote e l’attenzione di Putin ora non verteva più sulla pace, ma “sulla vendetta”.
Un quadro non certo rassicurante che viene ancora paradossalmente smentito da diversi funzionari ucraini, inclini a fantasticare su improbabili cedimenti nella leadership russa a favore di negoziati trionfali, avviati da Kiev in una posizione di forza.
"È molto difficile immaginare la pace nella nostra epoca a meno che la Russia non perda", ha detto in un'intervista il membro del parlamento ucraino Yaroslav Yurchyshyn, precisando che “l’unica soluzione a qualsiasi cosa con la Russia è: fargliela pagare”.
"Hanno riflettuto su come le manovre militari e diplomatiche potrebbero funzionare insieme", ha aggiunto nel merito Evelyn Farkas, direttrice del McCain Institute. “Non è solo intelligente nel contesto di prepararli per i colloqui di pace di oggi, ma sta esercitando pressioni sulla Russia e ricordando ai russi che non controllano la narrazione”, ha detto, interpellata sempre dal NYT.
Ma Putin non potrà mai accettare di scendere a patti da una posizione tanto sfavorevole. Ne è convinto anche il professore associato alla LUISS, Alessandro Orsini, secondo cui una tale eventualità rappresenterebbe una sconfitta per il leader del Cremlino.
“Un accordo di questo tipo galvanizzerebbe la Nato che farebbe un discorso di questo tipo: “Le armi che abbiamo dato a Zelensky, e l’autorizzazione a usarle per colpire il territorio russo, hanno costretto Putin a chiedere un accordo. Diamo più armi e avremo più accordi”, scrive l’esperto su Sicurezza Internazionale.
Nel mentre continuano i combattimenti sul fronte di Kursk, dove gli ucraini hanno distrutto l terzo e ultimo ponte sul fiume Seym vicino al villaggio di Karyzh, nel distretto di Glushkovsky. Una notizia confermata da Kiev e da Mosca, che decreta l’eliminazione dell’ultima via di rifornimento per le forze russe dispiegate nell’area.
Al contempo, il Ministero della Difesa russo, riporta un numero di perdite totali delle forze armate ucraine dall’inizio dell’offensiva nella regione, pari a 3.160 militari, 44 carri armati, 43 mezzi corazzati e tre installazioni Himars.
Come riporta il Bild, inoltre, la Russia sta rispondendo organizzando attraversamenti di pontoni e difendendo il rimanente passaggio a est.
“Ora le forze armate ucraine hanno catturato i villaggi di Snagost e Apanasovka”, riferisce l’analista militare Julian Röpke, spiegando che agli ucraini restano 5 km fino al fiume Seim, mentre un po' più a nord continuano i combattimenti per il centro regionale di Korenevo.
Il costo militare di questa offensiva si mostra sempre più evidente nella sua drammaticità per le restanti aree del fronte ucraino.
Secondo l’esperto militare dell'Università Bundeswehr, Carlo Masala, Kiev sta rimuovendo i soldati dalla prima linea nel Donbass e interrompendo la fornitura di proiettili al gruppo orientale per continuare il raid vicino a Kursk.
“Per questo motivo le forze armate ucraine vicino a Donetsk sono costrette a ritirarsi in condizioni di carenza di proiettili e di dieci volte superiorità dell'artiglieria russa”, ha detto l’esperto sul Die Welt, sottolineando che ciò ha soddisfatto le peggiori aspettative degli osservatori militari, ovvero che l'Ucraina non sarà in grado di difendere e attaccare allo stesso tempo.
In particolare, nel Donbass, “i rapporti che arrivano dicono che anche lì i russi hanno una superiorità di artiglieria di 10 a 1”, ha precisato.
Gli ultimi rapporti del fronte descrivono, effettivamente, una situazione catastrofica nella ragione: la stessa Bild, riferisce che domenica le autorità ucraine della regione di Donetsk hanno annunciato l'evacuazione forzata delle famiglie con bambini dalla città di Pokrovsk, dove un tempo vivevano 80.000 persone e l'esercito russo si trova ora a soli 7-8 km dal centro regionale.
“Le autorità ucraine hanno ordinato l’evacuazione di Pokrovsk… Da Toretsk, 50 km a nord-est, sono partiti 29.000 dei 32.000 ex residenti. Permettimi di rendermi di nuovo impopolare: la situazione nel Donbass è catastrofica. In questa situazione, continuo a considerare estremamente rischioso inviare 5.000 dei migliori soldati in un paese vicino invece di effettuare lì una controffensiva”, ha scritto nel merito, Röpke.
Pokrovsk funge da hub chiave per l'esercito grazie al facile accesso a Konstantinovka, un altro centro militare. La strada che collega le due zone viene utilizzata dagli ucraini per rifornire le truppe in prima linea ed evacuare i feriti verso il Dnepr. Konstantinovka, in sostanza, costituisce la parte meridionale di una cintura di quattro città ucraine che comprende anche Druzhkovka, Kramatorsk e Slavyansk, formanti la spina dorsale della difesa ucraina della regione.
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