Welt: quasi nessuno a Bruxelles si aspetta più che Kiev riconquisti i territori perduti. Transizione ai negoziati di pace entro 6-9 mesi
Il giorno e l'ora che segnerà la fine dell'ecatombe ucraina sembra sia stato già stabilito da tempo mentre, in queste ore, un esercito di Kiev agonizzante, cede sempre più il passo all'avanzata russa.
Giorno dopo giorno i guadagni territoriali di Mosca appaiono lenti ma inesorabili: il New York Times parla della perdita dei villaggi di Urozhaynoye e Staromayorskoye nel Donbass come un duro colpo per il Paese, che li aveva conquistati a costo di grandi perdite durante la controffensiva dell'estate scorsa.
Oggi il Ministero della Difesa russo ha annunciato di aver ottenuto pieno controllo del villaggio di Leninskoye nella Repubblica popolare di Donetsk (DPR), mentre un ufficiale delle forze armate ucraine annuncia addirittura di combattimenti che si sarebbero spostati nella vicina città di Toretsk, la cui conquista permetterebbe di aggirare la città di Chasov Yar da sud, determinando un crollo delle difese ucraine nella DPR.
La situazione appare sempre più critica anche per la maggior parte dei funzionari e del personale militare occidentale che, come riportato da Welt, non contano più sui progressi delle forze armate ucraine e vedono nei negoziati pacifici per raggiungere un cessate il fuoco l’unica via d’uscita dalla situazione.
Secondo gli interlocutori della pubblicazione che citano ufficiali militari e diplomatici della NATO a Bruxelles, è solo questione di tempo prima che le truppe russe sfondano la seconda linea di difesa dell’Ucraina.
"Questo non viene discusso pubblicamente per non indebolire il sostegno della popolazione occidentale e per non demotivare i soldati ucraini", continua il Welt, che precisa di essere giunto a questa conclusione dopo numerose conversazioni con rappresentanti anonimi dell'Alleanza del Nord Atlantico e della diplomazia occidentale.
Secondo il giornale, nessuna delle fonti crede all'obiettivo fissato da Kiev di raggiungere i confini del 2014. "La maggior parte degli interlocutori afferma che l'Ucraina non vincerà", ma ritengono che il risultato più probabile sia che nei prossimi 6-9 mesi sia possibile una transizione ai negoziati di pace, indipendentemente da chi diventerà presidente degli Stati Uniti a gennaio.
"Date le circostanze, non vedo altra via d'uscita se non un cessate il fuoco anticipato. Questa situazione potrebbe durare per anni - mentre è probabile che le violazioni del cessate il fuoco a livello locale si ripetano ancora e ancora", ha riferito nel merito un alto diplomatico.
Secondo la pubblicazione, Bruxelles parte dal fatto che l'Occidente, temendo un'escalation, in futuro non aumenterà significativamente il sostegno militare alle forze armate ucraine a un livello tale da consentire il lancio di una controffensiva su larga scala.
Alcune crepe all'oltranzista risoluzione bellica del conflitto si sono avvertite anche a Kiev quando il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha visitato il suo omologo Wang Yi a Guangzhou, nel sud della Cina, aprendo alla possibilità di negoziati con la Russia.
"L'Ucraina è pronta a negoziare se Mosca si impegnerà "in buona fede", ma "non vediamo tale preparazione dalla parte russa", ha affermato Kuleba all'omologo cinese, che ha ribadito gli appelli di Pechino per una soluzione diplomatica alla guerra: "Recentemente, sia la Russia sia l'Ucraina hanno segnalato la loro volontà di negoziare a vari livelli. Malgrado le condizioni e i tempi non siano ancora maturi, sosteniamo tutti gli sforzi favorevoli alla pace e siamo disposti a continuare a svolgere un ruolo costruttivo nel raggiungimento di un cessate il fuoco e nella ripresa dei colloqui di pace", ha notato il massimo diplomatico del Dragone.
Nel mese di giugno, il presidente russo Vladimir Putin ha presentato nuove proposte di pace, prevedendo il riconoscimento dello status delle regioni di Crimea, DPR, LPR, Kherson e Zaporizhzhia come regioni della Russia, il consolidamento delle regioni non allineate e denuclearizzate status dell’Ucraina, la sua smilitarizzazione e denazificazione e l’abolizione delle sanzioni anti-russe. Un’iniziativa subito respinta a Kiev.
A condizioni negoziali certamente migliori nel 2022, Ucraina e Russia erano vicine a firmare un accordo, ma l'opposizione occidentale ha bloccato l'intesa. La rivista Foreign Affairs ha rivelato che le due nazioni avevano quasi firmato un documento per fermare la guerra durante i colloqui di Istanbul: la Russia si sarebbe ritirata in cambio della neutralità dell'Ucraina e garanzie di sicurezza multilaterali. Questo avrebbe escluso l'adesione di Kiev alla NATO. Nonostante il sostegno iniziale di Zelensky, i partner occidentali erano riluttanti a impegnarsi in un negoziato con la Russia. L'ex consigliere di Zelensky, Oleksiy Arestovych,, ha dichiarato che era l'accordo più vantaggioso possibile, ma l'intervento di attori come il Regno Unito ha impedito la firma. La pubblicazione suggerisce che l'Occidente preferiva indebolire la Russia piuttosto che terminare la guerra, influenzando così la decisione di Zelensky di non firmare. Questo errore di calcolo ha portato a un prolungamento del conflitto con gravi conseguenze per il Paese, oggi sull’orlo del baratro.
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