L’indagine di John Goetz e Lisa Maria Hagen svela il trasferimento delle munizioni controverse verso l'Ucraina
Un’inchiesta condotta dai giornalisti John Goetz e Lisa Maria Hagen per il programma d’inchiesta “Panorama”, trasmesso sui canali della TV di Stato tedesca ARD, ha portato alla luce lo stoccaggio di bombe a grappolo degli Stati Uniti in Germania e destinate all’Ucraina. La Russia - ha fatto sapere l’agenzia di stampa Reuters - le ha utilizzate fin dall’inizio del conflitto in Ucraina, mentre Kiev le ha sempre chieste al governo americano. A quanto pare, sembra che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sia riuscito nel suo intento di poterle utilizzare contro l’esercito russo. Secondo l’indagine condotta dai due giornalisti tedeschi, le bombe a grappolo sarebbero depositate all’interno di un magazzino nel sud-ovest della Germania, nella regione Renania-Palatinato, e poi inviate in Ucraina da Miesau. Interpellato dai reporter, il ministro della Difesa della Germania, Boris Pistorius, ha dichiarato di non sapere nulla né dello stoccaggio né del trasferimento in Ucraina.
Le bombe a grappolo, o cluster munitions, sono tra le armi più controverse per i loro effetti devastanti, che colpiscono non solo durante i conflitti militari, ma anche a distanza di anni, causando gravi danni ai civili. A seguito di una lunga campagna condotta dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani, nel 2008 è stata adottata la Convenzione per la messa al bando delle bombe a grappolo, a cui hanno aderito 112 paesi. Le bombe a grappolo, infatti, rilasciano molte sub-munizioni su un'ampia area, rendendo difficile il controllo su chi o cosa viene colpito. Questo aumenta il rischio di vittime civili, soprattutto in aree densamente popolate. Come se non bastasse, molte di queste sub-munizioni non esplodono al momento dell'impatto, rimanendo sul terreno come mine inesplose. Questi ordigni possono rimanere attivi per anni, rappresentando una minaccia continua per i civili, in particolare per i bambini, che possono trovarle e maneggiarle.
A differenza di paesi come la Germania e l’Italia; Stati Uniti, Ucraina e Russia - ha ricordato “Il Fatto Quotidiano” - non fanno parte della Convenzione che ha messo al bando le pericolosissime bombe a grappolo. Nonostante l'opposizione di tutte le organizzazioni per la difesa dei diritti umani, l'amministrazione Biden ha deciso di inviarle a Kiev. Così, a partire dall'estate del 2023, queste munizioni americane sono state puntualmente trasferite in Ucraina. Almeno fino al 2008, infatti, gli Stati Uniti hanno stoccato bombe a grappolo nelle basi di Aviano, in provincia di Pordenone e Camp Darby, a Pisa. A rivelarlo - ha ricordato la giornalista Stefania Maurizi - sono i cablo segreti della diplomazia americana pubblicati da WikiLeaks. Pertanto, viene da chiedersi se l’Italia possa essere stata coinvolta nella consegna di queste armi a Kiev. Le autorità americane hanno confermato ai reporter tedeschi che le munizioni sono stoccate a Miesau e trasportate in Ucraina, coordinando i movimenti con il German National Movement Control Center. Tuttavia, i tentativi di ottenere informazioni dalle autorità italiane e americane sulle munizioni a grappolo stoccate in Italia sono stati vani.
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