Membro della Commissione Difesa di Montecitorio, Arnaldo Lomuti: “Spendere 33 miliardi per la Difesa è una vera follia”
Si è appena concluso il vertice NATO a Washington, durante il quale la premier Giorgia Meloni ha confermato l’intenzione dell’Italia di voler proseguire nel sostegno all’Ucraina con l’invio di altri armamenti e di aumentare il budget della spesa militare complessiva. In particolare, all’interno delle decisioni prese in materia di difesa, ci sarebbe anche quella di acquistare ventiquattro caccia Eurofighter Typhoon per un costo di 7,5 miliardi di euro, oltre alla decisione da parte dell'Italia di schierare euromissili sul proprio territorio come misura di deterrenza contro la Russia. Arnaldo Lomuti, deputato del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Difesa di Montecitorio, ha definito queste scelte una vera “follia”. “Si parla di oltre 300 milioni a velivolo: una follia che fa impallidire persino i costosissimi F-35 - ha sottolineato Lomuti -. Parliamo di un investimento su un arco di undici anni che costerà una media di 680 milioni l’anno, ai quali bisogna aggiungere altri 8 miliardi per centinaia di carri armati, per un totale di 33 miliardi”. Questo è “l’onere pluriennale dei programmi militari che il ministro Crosetto ha fatto arrivare al Parlamento dall'inizio della legislatura, di cui quasi 22 miliardi sono destinati a nuovi armamenti”.
Il ritorno della guerra fredda
La direzione belligerante intrapresa dalla NATO era già evidente, ma con la fine del summit di Washington tutto è diventato più chiaro: l’Europa si prepara alla guerra. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha già firmato un accordo con i ministri della Difesa di Francia, Germania e Polonia per la produzione di un nuovo missile a lunga gittata. Gli Stati Uniti hanno annunciato che forniranno all'Italia una batteria di missili a cortissimo raggio V-Shorad, da utilizzare in supporto alla brigata americana di base a Vicenza. Inoltre, anche se in Italia non è ancora arrivata una richiesta formale, all’interno di una scheda informativa della Casa Bianca - ha fatto sapere “Il Fatto Quotidiano” - ci sarebbero ulteriori piani per il posizionamento di difese aeree e altri supporti bellici in Germania e Italia come parte degli sforzi “per rafforzare l'Alleanza dopo la guerra in Ucraina”. Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo, vede in questi sviluppi “un ritorno alla guerra fredda”, con un aumento della produzione di armamenti e una preparazione dell'opinione pubblica a un'escalation. Al contrario, parlare di pace significherebbe “spingere per il ritorno al Trattato anti-missili nucleari a medio raggio, stralciato nel 2019 da Putin e Trump”; una circostanza evidentemente poco gradita all’Occidente.
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