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Secondo la Rand Corporation Mosca prepara azioni di sabotaggio nel territorio della NATO

La Nato deve prepararsi a combattere in patria. Così titola uno degli ultimi report della Rand Corporation, il più importante think tank statunitense che fornisce analisi per il Pentagono e la Casa Bianca.
Non ci sono più segreti sui piani operativi per porre in essere un conflitto apocalittico che dovrà coinvolgere tutti i cittadini del “giardino fiorito”, un tempo protetto da salde muraglie in grado di preservarne il benessere, allontanando gli orrori nelle colonie più remote.
I paesi dell'Europa occidentale e centrale, così come gli Stati Uniti e il Canada, affrontano una crescente minaccia di attacco diretto alle loro terre d'origine. La combinazione di tattiche secolari con nuove tecnologie offre ad attori ostili come la Russia o la Cina nuovi modi per sabotare, interrompere o danneggiare i sistemi complessi e vulnerabili da cui dipendono le società alleate, specialmente in una guerra di tiro”, afferma il documento, evocando una particolare dottrina russa che prepara un'“operazione strategica per la distruzione di obiettivi di importanza critica”, attaccando l'infrastruttura sottostante e la base industriale che consente ai governi e alle forze armate della NATO di funzionare e cercando di demoralizzare le loro popolazioni.
In sostanza i Paesi dell’Europa occidentale e centrale, così come gli Stati Uniti e il Canada, si trovano ad affrontare “una minaccia crescente di attacchi diretti ai loro territori d'origine”.
Secondo la Rand, nuove tecnologie come i droni non fanno che espandere questa minaccia e l'esperienza del mondo reale mostra come anche un quadricottero economico possa causare caos negli aeroporti o mettere a repentaglio altre infrastrutture.  Mosca, inoltre, utilizza già capacità di guerra elettronica per bloccare i segnali GPS, colpendo aerei di linea civili o navi. “Ha anche hackerato satelliti per comunicazioni e testato missili anti-satellite che potrebbero causare una cascata di collisioni e detriti nell'orbita terrestre”, prosegue il documento che parla di minacce in grado di innescare una cascata di effetti di secondo e terzo ordine volti a paralizzare, sopraffare o intimidire i governi alleati.
I rischi includono disordini pubblici, distrazione delle forze militari dai loro compiti di guerra, una rottura della fiducia nella capacità dello Stato o dell'alleanza di proteggere i propri cittadini, una ridotta volontà di combattere e shock all'economia globale".
Come poter prevenire questo infausto scenario?  Ovviamente la soluzione non può che contemplare il riarmo, accompagnato da maggiori investimenti in campo militare in grado di garantire “resilienza”.
La NATO potrebbe sfruttare il nuovo NATO Innovation Fund e il Defence Innovation Accelerator per il Nord Atlantico per creare prontezza e capacità industriali. Dovrebbe anche continuare a lavorare a stretto contatto con l'UE, basandosi sulle raccomandazioni della task force UE-NATO sulla resilienza delle infrastrutture critiche e sfruttando i punti di forza dell'UE in settori quali la spesa per le infrastrutture”, conclude la Rand, che parte dal presupposto insindacabile che Vladimir Putin abbia intenzione di attaccare l’Europa e l’intero territorio della Nato.
In realtà il leader del Cremlino non ha mai evocato le minacce di assaltare i Paesi europei quanto di rispondere ai progressivi gradini di escalation che vedono i paesi del trattato Nord Atlantico sempre più cobelligeranti nello scenario ucraino.
Per Mosca il vero problema è in realtà l’espansione della Nato ad est, accompagnata dall’eventuale dispiegamento di sistemi antimissile statunitensi e/o da missili a medio raggio, magari con capacità nucleare.
Proprio il possibile avvicendamento di Kiev all’Alleanza è stato la causa principale dello scoppio della guerra in Ucraina, come ammesso dallo stesso segretario generale della NATO Jens Stoltenberg.
Voleva che rimuovessimo le infrastrutture militari in tutti i Paesi entrati dal 1997, il che voleva dire che avremmo dovuto rimuovere la Nato dall’Europa Centrale e Orientale, introducendo una membership di seconda classe. Lo abbiamo rifiutato e lui è andato alla guerra, per evitare di avere confini più vicini alla Nato”, ha affermato alla commissione Affari Esteri dell’Unione Europea tenutasi nel settembre 2023.


Il rapporto della Rand Corporation che pianificava la sconfitta di Mosca

Al contempo, in tempi non sospetti era proprio la Rand ad elaborare piani per mettere in crisi la Russia, delineando una strategia complessa per creare situazioni di tensione sociale ed economica che avrebbero posto il Paese permanentemente sulla difensiva su più fronti contemporaneamente, per destabilizzarlo e indebolirla politicamente all'interno e all'esterno.
Un documento pubblicato nel 2019, chiamato “Overextending and Unbalancing Russia”, sosteneva che, a tale scopo la Casa Bianca avrebbe dovuto “rifornire l’Ucraina di armi letali per sfruttare il più grande punto di vulnerabilità esterna della Russia”.
Ora a quanto pare sarà l’Europa intera a dover essere inondata di armi, a garanzia che i suoi cittadini prendano presto il posto degli ucraini lanciati al massacro fino all’ultimo uomo.

Foto © Imagoeconomica

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