Putin rivede dottrina nucleare. Kiev attacca con i droni in territorio russo: colpite raffinerie e strutture militari e d’intelligence
Un nuovo gradino di scontro rischia di infiammare ancora di più il panorama bellico ucraino. L'addetto stampa del Pentagono, il maggiore generale Pat Ryder, ha annunciato che l’esercito di Kiev può utilizzare missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti per colpire obiettivi all’interno della Russia, bypassando di fatto le precedenti concessioni in merito che limitavano la gittata delle incursioni balistiche.
Ora il Paese potrà dunque adoperare i missili ATACMS nella loro versione a raggio d’azione più esteso da 300km.
“La Russia ha sparato su obiettivi ucraini dall’interno del suo confine, trattando il suo territorio come una “zona sicura… Mentre vediamo quelle forze che conducono questi tipi di operazioni da oltre confine, abbiamo spiegato che l’Ucraina può e ha il diritto di tornare a difesa”, ha affermato il generale, citato da Ap.
La rottura dei vincoli in termini di profondità di attacco si estende inoltre a tutto il territorio russo. A dirlo sono alcuni funzionari statunitensi al quotidiano Politico: "gli Stati Uniti hanno comunicato all'Ucraina che possono utilizzare le armi fornite dagli americani per colpire qualsiasi forza russa che attacchi dall'altra parte del confine, non solo quelle nella regione vicino a Kharkiv", scrive la pubblicazione.
Un’ulteriore concessione stabilita solo poche settimane dopo che gli Stati Uniti avevano silenziosamente dato a Kiev il via libera per colpire all'interno della Russia in risposta all’offensiva lanciata verso la città di Kharkiv. In quel frangente i funzionari statunitensi avevano sottolineato che gli attacchi oltre confine erano limitati ai territori adiacenti l’Oblast omonimo interessato dall’offensiva di Mosca.
Da allora, le forze ucraine hanno utilizzato armi americane per colpire la Russia almeno una volta, distruggendo obiettivi nella città di Belgorod, e riuscendo almeno in parte a contenere l'assalto russo. Ma funzionari ucraini e di altri paesi europei hanno fatto pressione sugli USA affinché allentassero ulteriormente le restrizioni, consentendo all'Ucraina di colpire ovunque all'interno della Russia.
Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, intervenendo sulla questione, ha specificato alla PBS che l’accordo con Kiev si estende "a qualsiasi luogo in cui le forze russe attraversino il confine dal lato russo a quello ucraino per cercare di prendere ulteriore territorio ucraino".
Sempre Politico, citando due funzionari statunitensi in condizione di anonimato, ha osservato che consentire all'Ucraina di colpire all'interno della Russia in risposta al contrattacco da qualsiasi punto oltre confine non è un cambiamento di politica da quando è stata presa la decisione di Kharkiv, in quanto, in origine, la mossa era caratterizzata solo nel contesto dell'assalto in corso a Kharkiv, ma ciò non escludeva la possibilità di reagire ad altri attacchi transfrontalieri.
Kiev attacca coi droni le raffinerie russe
Una nuova incursione in grande stile da parte di Kiev è stata diretta contro obiettivi all’interno della Russia, la cui contraerea stima di aver abbattuto almeno 114 droni e 6 imbarcazioni senza pilota.
Secondo il Ministero della Difesa di Mosca, settanta droni erano indirizzati sulla Crimea e sul mar Nero, altri 43 sul territorio di Krasnodar (in particolare i distretti di Ejsk, Seversk e Temryuk) e uno sulla regione di Volgograd.
“La scorsa notte è stato fermato il tentativo del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico utilizzando imbarcazioni senza pilota e velivoli senza pilota contro obiettivi sul territorio della Federazione russa”, si legge nella nota del ministero.
I media ucraini confermano che numerosi UAV hanno attaccato il confine durante la notte e secondo l'agenzia Unian, che cita analisi satellitari del gruppo di monitoraggio Crimean Wind, alcuni di questi hanno colpito l'aeroporto di Ejsk, cittadina sul mar d'Azov di fronte a Mariupol, provocando diversi incendi. Altri obiettivi dei droni sono stati la raffineria Ilyinsky nella regione di Krasnodar e una raffineria di proprietà della Lukoil a Volgograd. I residenti locali riferiscono che la scorsa notte a Volgograd si sono udite circa quaranta esplosioni.
In mattinata lo Stato maggiore ucraino aveva confermato gli attacchi contro le raffinerie di petrolio Afip, Ilya, Krasnodar e Astrakhan, le stazioni radar e i centri di intelligence elettronica nella regione di Bryansk e in Crimea. L’esercito di Kiev ha inoltre dichiarato di avere colpito siti di stoccaggio e di preparazione per l’uso di droni, edifici di addestramento e punti di controllo e di comunicazione per i droni che vengono lanciati da Krasnodar.
Putin riconsidera la dottrina sulle armi nucleari dopo la visita in Vietnam
Nel frattempo Vladimir Putin ha dichiarato che sta valutando la possibilità di modificare la dottrina russa sulle armi nucleari a causa dello sviluppo di ordigni esplosivi analoghi a bassissima potenza da parte degli avversari del suo Paese.
L'attuale dottrina russa stabilisce che il Paese può ricorrere alle armi nucleari in risposta a un attacco nucleare o nel caso di un attacco convenzionale che rappresenti una minaccia esistenziale per lo Stato, ma fin dall'inizio della guerra in Ucraina, alcuni falchi tra gli analisti militari russi hanno sostenuto che Mosca dovrebbe prendere in considerazione di rivedere la propria posizione e persino di lanciare una sorta di attacco dimostrativo che potrebbe "rendere sobri" i suoi avversari in Occidente.
"Si stanno sviluppando dispositivi nucleari esplosivi di potenza estremamente bassa. E sappiamo che circolano idee nei circoli di esperti in Occidente secondo cui tali mezzi di distruzione potrebbero essere utilizzati", ha affermato Putin, citato da Reuters.
L’annuncio arriva mentre Mosca è in visita di Stato in Vietnam, firmando almeno una dozzina di accordi commerciali.
Putin e il Presidente To Lam hanno concordato di continuare a collaborare in materia di istruzione, scienza e tecnologia, esplorazione di petrolio e gas, energia pulita, ma anche su una tabella di marcia per la creazione un centro di scienza e tecnologia nucleare in Vietnam.
Solo due giorni prima il leader del Cremlino aveva siglato con la Corea del Nord un patto strategico di assistenza reciproca nel caso in cui uno dei due paesi dovesse affrontare un’“aggressione”.
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