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Il portavoce del Cremlino Peskov: parole che evidenziano un’escalation

Ancora una volta la NATO alza i toni nella sua ineluttabile corsa verso un conflitto sempre più diretto contro i nuovi rivali strategici, rappresentati da Russia e Cina: ci sono trattative in corso tra i Paesi del Trattato Nord Atlantico per schierare più armi nucleari. A renderlo noto è proprio il segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg durante un’intervista al The Telegraph.
La figura chiave dell'Alleanza militare a guida statunitense ha affermato che la NATO deve mostrare al mondo il suo arsenale per inviare un “messaggio diretto” agli altri Stati.
"Sono in corso consultazioni in tempo reale tra i membri sulla possibilità di ritirare i missili dai depositi e metterli in stand-by, chiedendo che la trasparenza venga utilizzata come deterrente", ha detto Stoltenberg.
Non entrerò nei dettagli operativi su quante testate nucleari dovrebbero essere operative e quali essere immagazzinate -ha aggiunto - ma dobbiamo consultarci su questi temi: questo è esattamente ciò che stiamo facendo”.
Il segretario generale della NATO ha enfatizzato che la trasparenza nucleare deve essere il pilastro centrale della strategia dell'Alleanza per preparare il blocco nordatlantico a un futuro più pericoloso contro le nuove “minacce” dell’Occidente.
"L'obiettivo della NATO è un mondo senza armi atomiche, ma finché esisteranno tali armi, rimarremo un'alleanza nucleare. Un mondo in cui Russia, Cina e Corea del Nord possiedono armi nucleari mentre la NATO no, è un mondo più pericoloso", ha affermato Stoltenberg, difendendo i nuovi piani per la fornitura di armi all'Ucraina, indipendentemente da eventuali cambiamenti politici negli Stati Uniti.
Nel merito della presunta minaccia cinese, ha sottolineato che Pechino sta investendo massicciamente in armamenti moderni, incluso il suo arsenale nucleare, con l’obiettivo di possedere mille testate nucleari entro il 2030. "In futuro, la NATO potrebbe trovarsi ad affrontare due potenziali avversari nucleari: Cina e Russia. Questo avrà certamente delle conseguenze", ha detto, aggiungendo che Stati Uniti e alleati europei stanno attualmente modernizzando i loro arsenali.
Le parole di Stoltenberg convergono col rapporto annuale dell’istituto di ricerca SIPRI, secondo cui Pechino ha aumentato il numero delle sue testate nucleari nell’ultimo anno, da 410 a oltre 500 e si prevede che avrà 700 testate nucleari entro il 2027 e 1.000 entro la fine di questo decennio.
La reazione di Mosca alle parole del segretario generale della NATO non si è fatta attendere. “(Le sue dichiarazioni rappresentano – ndr) un altro episodio di tensione”, ha detto alla Tass, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
"Non si tratta altro che di un'escalation", ha aggiunto, evidenziando come “a differenza dei funzionari occidentali, il presidente russo non parla mai di armi nucleari di propria iniziativa poiché prende la questione sul serio".
"Ogni volta che il presidente [Vladimir] Putin commenta la questione delle armi nucleari” - ha aggiunto - lo fa prendendo le domande di qualcuno o quelle dei giornalisti, compresi quelli stranieri".
Il portavoce del Cremlino ha concluso osservando che la dichiarazione del capo della NATO è in contrasto con la dichiarazione rilasciata dopo la conferenza sull'Ucraina tenutasi lo scorso fine settimana in Svizzera.
"Qualsiasi minaccia o uso di armi nucleari nel contesto della guerra in corso contro l'Ucraina è inammissibile”, riporta effettivamente il testo completo di una bozza di comunicato emesso per il cosiddetto Summit di alto livello per la pace in Ucraina, tenutosi dal 15 al 16 giugno.

Foto © Imagoeconomica

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