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L'Ucraina assume sempre più le sembianze di un'enorme e tetra arena di sangue, sfruttata come banco prova dei produttori di armi. Il ministero della Difesa di Kiev ha annunciato che concluderà direttamente contratti con i produttori mondiali di armamenti, dandogli accesso a nuovi modelli all’avanguardia. La notizia è arrivata mentre Kiev mira a localizzare la produzione di armi nel 2024. Secondo quanto riferito, tali accordi potrebbero fornire al Paese nuovi strumenti bellici che soddisfano gli standard internazionali.
"Si tratta di una nuova fase di cooperazione che ci consentirà di ricevere armi moderne direttamente dai produttori, il che contribuirà sicuramente a una modernizzazione più rapida ed efficiente delle Forze armate ucraine", ha affermato il viceministro della Difesa Dmytro Klimenkov durante il Forum delle industrie di difesa balcanico-ucraine in Bulgaria il 7 giugno.
L'Ucraina intende avviare una produzione congiunta nel settore della difesa con diversi Paesi, tra cui gli Stati Uniti. In particolare, la società europea di armamenti KNDS, nota per la produzione dei carri armati Leopard e degli obici semoventi Caesar, ha annunciato l'apertura di una filiale che si occuperà della manutenzione delle attrezzature, della produzione di pezzi di ricambio tramite stampa 3D e della fabbricazione di proiettili di artiglieria da 155 mm.
Il presidente di KNDS, Philippe Petitcolin, ha dichiarato, durante una cerimonia di firma a Parigi, che le fabbriche saranno operative entro la fine di giugno.
All'evento, a cui hanno partecipato il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, il ministro delle forze armate francesi Sebastien Lecornu e l'amministratore delegato di KNDS Francia, Nicolas Chamussy, i rappresentanti delle aziende ucraine e francesi hanno firmato un accordo per la creazione di un impianto di produzione di munizioni con licenza KNDS. Attualmente, l'Ucraina utilizza 386 unità di equipaggiamento KNDS, tra cui carri armati Leopard e cannoni Caesar, e ne ha ancora 250 in attesa di consegna in base agli ordini ricevuti.
Già due anni fa Kiev aveva invitato i produttori stranieri di armi ad usare l’Ucraina come luogo per testare i nuovi dispositivi in condizioni operative reali, come dichiarato dall’allora ministro della Difesa, Alexey Reznikov. Durante un'intervista con l'Atlantic Council, un gruppo di lobby pro NATO con sede negli Stati Uniti, Reznikov, aveva riconosciuto che il Paese poteva essere considerato "essenzialmente un banco di prova”. 


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Molte armi vengono ora testate sul campo, in condizioni operative reali contro l'esercito russo”, spiegò il ministro ucraino.
Tra i grandi di gruppi della difesa pronti a sperimentare nuovi prodotti di morte c’è la tedesca Rheinmetall che, attraverso il suo CEO Armin Papperger, ha annunciato la consegna di prototipi di proiettili di artiglieria con una gittata di 100 chilometri all'Ucraina entro quest'anno.
Si tratta di munizioni che avranno una portata maggiore rispetto a qualsiasi altro proiettile di artiglieria fornito finora, inclusi quelli della Rheinmetall stessa e dei suoi partner. La produzione di artiglieria del gruppo è destinata a crescere significativamente, con l'obiettivo di produrre 700.000 colpi quest'anno e oltre un milione in futuro, grazie alla costruzione di nuovi stabilimenti in Germania, Lituania e Ucraina.
Tra i proiettili attualmente in uso, il più vicino per gittata è il Vulcano da 155 mm, che può colpire bersagli a 70 chilometri di distanza.
Al contempo, come riferito da Bloomberg citando il comandante dell’esercito americano nel Pacifico Charles Flynn, è l’occidente a temere che l'Ucraina sia diventata un banco di prova per i missili nordcoreani.
"Non riesco a ricordare che l'esercito nordcoreano avesse sul campo di battaglia un laboratorio simile a quello che i russi si permettevano di avere in Ucraina", ha affermato, osservando che la Corea del Nord avrà l’opportunità di ottenere preziose informazioni tecniche sul comportamento dei suoi sistemi d’arma nei teatri di guerra.
Secondo il ministro della Difesa sudcoreano, Pyongyang avrebbe inviato alla Russia 10.000 container, che potrebbero contenere circa 5 milioni di proiettili di artiglieria.

Foto © Imagoeconomica

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