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Germania e Italia promettono i Patriot e Samp/T

Anche il tabù del supporto alle brigate naziste è caduto. Come riportato dal Washington Post, citando il Dipartimento di Stato, l'amministrazione statunitense ha revocato il divieto sulla fornitura di armi al battaglione ucraino Azov.
"La 12a Brigata delle Forze Speciali ucraine "Azov" è stata testata per la conformità ai criteri della Legge Leahy condotta dal Dipartimento di Stato", afferma la pubblicazione in riferimento alla legge che vieta l’assistenza militare statunitense alle unità straniere ritenute colpevoli di gravi violazioni dei diritti umani.
Il Dipartimento di Stato ha affermato di non aver trovato "nessuna prova" di crimini in tal senso. Il suo portavoce ha rifiutato di dire quando il divieto è stato revocato o se i combattenti dell'Azov avevano ricevuto armi americane.
Il quotidiano rileva che al battaglione è stato vietato l'uso di armi americane nel 2015 perché i funzionari statunitensi credevano che alcuni dei fondatori avessero presumibilmente opinioni razziste, xenofobe e ultranazionaliste, mentre i funzionari delle Nazioni Unite per i diritti umani hanno accusato il gruppo di violare il diritto umanitario.
L’anno scorso, sempre il Washington Post, citando una fonte del Dipartimento di Stato rivelò che questa regola non aveva alcun effetto pratico ed il deputato Paul Gosar affermò all'epoca che il divieto era stato eroso dopo che i militanti dell'Azov furono inclusi nelle forze armate e nella Guardia nazionale ucraina (2014).
Nel 2016 Azov è stato accusato dall’Osce (assieme a Pravyi Sektor) di torture ed esecuzioni sommarie. Il rapporto dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa denunciava: "Le tecniche ampiamente utilizzate […] includono il waterboarding, lo strangolamento con una “garrota banderista (riferito a Stepan Bandera, N.d.R.)” e altri tipi di strangolamento". Il primo comandante del battaglione Azov è stato Andriy Biletsky, definito dalla Bbc il 16 luglio 2014 "un suprematista bianco".
Nell'estate 2019, il Time ha pubblicato un documentario su Azov in cui osservava: “Negli anni più recenti, gli esperti di estremismo violento si sono particolarmente allarmati sul movimento”. La stessa testata, il 7 gennaio 2021 denunciava come fuori dall'Ucraina, Azov occupava "un ruolo centrale in una rete di gruppi estremisti che si estende dalla California attraverso l'Europa fino alla Nuova Zelanda". L'inchiesta citava Ali Soufan, un consulente di sicurezza ed ex agente dell'Fbi che aveva trovato pericolose similitudini fra la situazione in Afghanistan negli anni Novanta e quella ucraina del 2021.
In un'udienza del comitato della Camera sulla sicurezza interna nel settembre 2019, Soufan ha esortato i legislatori a prendere la minaccia più seriamente» raccontava il settimanale Usa. Il mese successivo, 40 membri del Congresso hanno firmato una lettera che chiedeva - senza successo - al Dipartimento di Stato americano di designare Azov un'organizzazione terroristica straniera”.
A Berlino, nel mentre, si sta tenendo la Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina dove il presidente ucraino Volodymyr Zelensky incalza sulla fornitura di difese aeree, evocando il grave deficit energetico causato dagli attacchi missilistici russi delle ultime settimane.
"In Ucraina, l'80% della produzione di energia termica e un terzo della produzione di energia idroelettrica sono stati distrutti", ha affermato il leader ucraino.
“9 GW di capacità di produzione di energia sono stati distrutti - ha aggiunto - Il picco di consumo di energia lo scorso inverno in Ucraina è stato di 18 GW, la metà ora non esiste”. Delineando questo quadro drammatico che si prospetta per i prossimi mesi Zelensky ha annunciato l'intenzione di ripristinare alcuni impianti energetici entro l'inverno, invitando l'Occidente a stanziare attrezzature e denaro a questo scopo.
Intanto, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato l’invio di un terzo sistema Patriot dalla Germania, anche se il presidente ucraino ne aveva richieste almeno sette unità:  Accogliendo l'ennesimo appello di Kiev, il ministro degli esteri Antonio Tajani, rappresentante nazionale al vertice, ha ribadito che “l’Italia è pronta a fornire un nuovo pacchetto per la difesa aerea dell’Ucraina”, comprendente anche un nuovo sistema Samp/T, a cui si aggiunge un pacchetto da 140 milioni per fondi civili “per interventi sulle infrastrutture, ferrovie, salute, agricoltura e sminamento”. Il nostro Paese firmerà inoltre un memorandum d’intesa bilaterale per la ricostruzione della città e della regione di Odessa da 45 milioni di euro.

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