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Ex ministro austriaco Kneissl: piani occidentali per distruggere lo Stato russo

Dagli Stati Uniti viene agitato lo spettro della minaccia esistenziale n°1 per l’Occidente con la quale è impossibile qualunque forma di compromesso.
Tutta l’Europa è minacciata dalla Russia, la posta in gioco è altissima”, ha dichiarato Joe Biden, in conferenza stampa a Parigi con il presidente francese Emmanuel Macron, ringraziando gli alleati europei. “Putin non si fermerà a Kiev”, ha incalzato il presidente americano, spiegando che Washington ha aiutato l’Ucraina “sapendo quello che accadrà se Putin riesce a soggiogare” il Paese che ha invaso.
Tutta l’Europa sarà minacciataNoi non lo permetteremo, gli Usa rimangono al fianco dell’Ucraina, dei nostri alleati e della Francia. Non ci tireremo indietro”, ha continuato Biden che venerdì si era scusato con l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky per il lungo ritardo con cui il Congresso Usa ha approvato un nuovo pacchetto di aiuti militari. “Avrei preferito che fossero stati sbloccati sei mesi fa, ma alla fine ce l’abbiamo fatta”, ha commentato. “Stiamo mantenendo le nostre promesse”.
In sostanza, non ci sarebbe altra scelta per porre fine alla guerra, se non quello di infliggere una sconfitta strategica alla Russia, al fine di scongiurare un conflitto sull’intero continente europeo.
Eppure questo quadro diverge dalla posizione ufficiale espressa dalla Nato stessa: “Non vediamo alcun pericolo di un attacco imminente contro qualsiasi alleato Nato. Questa idea che ci sia una sorta di conto alla rovescia verso la prossima guerra è sbagliata. La Nato è qui per evitare che ciò accada, lo facciamo da 75 anni", ha affermato pochi giorni fa il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg.
Mosca in realtà non ha attaccato l’Ucraina per finalità imperialistiche, bensì per una questione strategica, esistenziale, data da un possibile dispiegamento di mezzi militari NATO ai suoi confini, come lo stesso Stoltenberg, tra l’altro, riconobbe alla Commissione affari Esteri del parlamento europeo lo scorso settembre 2023.
Al contempo, l'ex ministro degli Esteri austriaco Karin Kneissl ha confermato in un'intervista alla TASS l'esistenza di piani in Occidente per smembrare la Russia, almeno in 5 regioni.
"Non so se siano cinque parti o meno, ma ricordo che c'è stato un dibattito…Ho visto le dichiarazioni di persone che lavorano al Consiglio Atlantico, è un think tank molto noto negli Stati Uniti", ha affermato Kneissl a margine del Forum economico internazionale di San Pietroburgo, aggiungendo che l’Occidente porta avanti ancora questi piani operativi.
"Alcuni nel Consiglio Atlantico, e non si tratta solo di americani, ma anche di studiosi britannici, tedeschi e austriaci, hanno affermato che la Russia potrebbe essere divisa proprio come è stata divisa la Federazione di Jugoslavia", ha detto l'ex ministro, evocando, probabilmente, il progetto europeo chiamato, Decolonization of Russia, sviluppato sotto il patrocinio degli Stati Uniti che prevede di disgregare il Paese addirittura in 19 o 34 Stati Indipendenti in accordo con le specifiche componenti etniche.
Un primo Forum of Free Nation of Russia si era tenuto a Varsavia nel maggio 2022. Curioso come il segretario del Consiglio di Difesa e Sicurezza nazionale dell'Ucraina, Oleksiy Danilov, nel febbraio dello scorso anno abbia parlato della “disintegrazione della Russia” come di una questione di sicurezza nazionale.
“Lasciare i russi con armi e missili nucleari non è nel nostro interesse nazionale e non nell’interesse di nessun paese vicino alla Russia… Ora è il momento di uno smantellamento totale del sistema sovietico”, affermò sul Kyiv Indipendent.
La Rand Corporation, principale think tank del Pentagono del Pentagono, nel 2019 pubblicò un documento dal titolo: “Overextending and Unbalancing Russia”, in cui delineava una strategia complessa per creare situazioni di tensione sociale ed economica che avrebbero posto la Russia permanentemente sulla difensiva, su più fronti contemporaneamente, per “destabilizzarla e indebolirla politicamente all'interno e all'esterno”.
Una delle vie percorribili che avrebbe contribuito a maggiori risoltati in tal senso contemplava la fornitura di aiuti letali all’Ucraina per sfruttare uno dei più grandi punti deboli ai suoi confini.
Questa strategia, tuttavia, avrebbe potuto avere delle conseguenze nefaste secondo gli analisti: “Tale azione potrebbe anche avere un costo significativo per l'Ucraina e per il prestigio e la credibilità degli Stati Uniti. Potrebbero risultare perdite umane e territoriali sproporzionate anche per l’Ucraina mentre i rifugiati fluiscono. Potrebbe addirittura portare l’Ucraina ad una pace svantaggiosa”. È lo scenario dal quale, evidentemente, Washington vuole sfuggire con ogni mezzo scaricando sull’intero continente europeo il costo della guerra.

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