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The Telegraph: l'Alleanza sta sviluppando corridoi terrestri per dispiegare 300.000 militari. Berlino: dobbiamo essere pronti alla guerra entro il 2029

Nuove carte scoperte vengono giocate sul banco del confronto con la Russia. Il The Telegraph ha rivelato l'esistenza di un piano della NATO, volto a sviluppare molteplici “corridoi terrestri” per portare le truppe e i mezzi blindati statunitensi in prima linea nel caso di una grande guerra di terra europea contro Mosca.
Secondo la pubblicazione, le rotte logistiche sono diventate una priorità chiave da quando i leader dell'Alleanza hanno deciso, in occasione del vertice di Vilnius, in Lituania, lo scorso anno, di predisporre 300.000 soldati da tenere in uno stato di elevata prontezza per difendere l’Alleanza.
"I soldati americani sarebbero atterrati in uno dei cinque porti e sarebbero stati incanalati lungo rotte logistiche pre-pianificate per affrontare un possibile attacco da parte di Mosca", hanno detto alcuni funzionari interpellati dal quotidiano.
In sostanza, nel caso di un’invasione russa della NATO, le truppe americane verrebbero inizialmente inviate al porto di Rotterdam prima di essere trasferite verso est. Tuttavia, "si stanno prendendo accordi dietro le quinte per espandere le rotte verso altri porti, in modo da garantire che la linea di comunicazione terrestre non possa essere interrotta dalle forze russe", continua la pubblicazione.
Nel merito. Il tenente generale Alexander Sollfrank, capo del comando logistico Jsec della NATO, ha dichiarato che “l’Ucraina soffre molto a causa di questi attacchi missilistici russi a lungo raggio sui sistemi logistici”.
Se le forze della NATO che entrano dai Paesi Bassi venissero colpite dai bombardamenti russi, o se i porti del Nord Europa venissero distrutti, l’alleanza sposterebbe l’attenzione sui porti di Italia, Grecia e Turchia.
Dai porti italiani, le truppe statunitensi potrebbero essere trasportate via terra attraverso la Slovenia e la Croazia fino all’Ungheria, che confina con l’Ucraina”. Piani simili sono previsti per trasportare forze dai porti turchi e greci attraverso la Bulgaria e la Romania, per raggiungere il fianco orientale dell'alleanza.
Al contempo, si sta sviluppando la logistica per il trasporto di truppe attraverso i porti dei Balcani, così come attraverso Norvegia, Svezia e Finlandia. In questi corridoi, le forze armate nazionali non saranno soggette alle normative locali e potranno trasportare le spedizioni senza le normali restrizioni.
I porti del Nord Europa, come i Paesi Bassi, la Germania e gli stati Baltici, sono considerati particolarmente suscettibili agli attacchi missilistici russi.
In precedenza, il comandante del Jsec aveva avvertito che la Nato disponeva di solo il 5% delle difese aeree necessarie per coprire il suo fianco orientale e si era preoccupato per le capacità di difendere i principali hub logistici.
"Osservando e valutando la guerra russa in Ucraina, abbiamo osservato che la Russia ha attaccato le basi logistiche dell'Ucraina… Ciò deve portare alla conclusione che è chiaro che le enormi basi logistiche, come sappiamo in Afghanistan e Iraq, non sono più possibili perché in una situazione di conflitto verranno attaccate e distrutte molto presto”, ha concluso Sollfrank.
La pianificazione della guerra è in pieno svolgimento ma, mentre in Ucraina vengono oltrepassate progressivamente nuove pericolose linee rosse nella partecipazione della Nato nel conflitto, esacerbando la tensione con Mosca, l’Occidente addita le responsabilità di una futura guerra totale solamente a Vladimir Putin .
Non si fermerà all’Ucraina e quindi “dobbiamo essere in grado entro il 2029 di affrontare una guerra, ha sostenuto oggi il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, parlando davanti al Bundestag.
In uno scenario serio abbiamo bisogno di donne e uomini in grado di difendersi e che possano difendere questo Paese”, ha spiegato sottolineando che “dobbiamo fare deterrenza per evitare che si arrivi al peggio”.
Per Pistorius in Germania ora vigeranno tre nuovi pilastri della difesa, incentrati su un maggior numero di soldati, più armi e maggiori risorse per il comparto che renderanno necessarie “nuove forme di servizio militare”, per il quale saranno presentate delle proposte, anche per quanto riguarda le forme di obbligatorietà.
Una nuova dottrina che sta diventando prassi per tutti i Paesi europei, mentre viene incalzata una maggior partecipazione al conflitto di Kiev, senza tenere in minima considerazione qualunque opzione diplomatica; tra l’altro rilanciata a Pechino dallo stesso leader del Cremlino il 17 maggio scorso, lasciando posto ad un imbarazzato silenzio da parte di tutti i leader euro-atlantici.
Dopo che il presidente Joe Biden ha autorizzato l’utilizzo di armi americane contro il territorio russo, il premier francese Emmanuel Macron, durante le celebrazioni per l'80° anniversario del D-Day ha chiesto consensi per una “coalizione” di istruttori militari europei in Ucraina.
Mosca ha già messo in guardia Washington dal commettere errori "fatali" in Ucraina. Ma a questo punto verrebbe da chiedersi da dove arriverebbe la miccia per una guerra su più vasta scala che coinvolga addirittura l’intero vecchio continente. Stiamo parlando solamente delle presunte e folli mire espansionistiche di Putin?
La risposta ci arriva niente meno che da analisti del calibro di Jeremy Shapiro e Samuel Charap, rispettivamente direttore della ricerca presso l’European Council on Foreign Relations e responsabile dell’area russa ed eurasiatica presso la Rand Corporation.
Sulle pagine del Washingto Post, gli analisti sostengono che Mosca starebbe effettivamente vincendo la guerra quindi è improbabile che il presidente russo corra il rischio di provocare un conflitto diretto con gli Stati Uniti e i suoi alleati, ma aggiungono che la strategia reattiva di Biden alle mosse militari di Mosca e non è una vera e propria strategia per porre fine al conflitto.
Un giorno, una delle parti potrebbe finalmente inciampare su una vera e propria linea rossa, che potrebbe portare esattamente alla grande escalation che l’amministrazione Biden ha cercato di evitare”, affermano gli analisti, secondo cui imporre “costi” ulteriori alla Russia in assenza di un processo di trattative renderà inevitabile un’ulteriore escalation nel prossimo futuro.
In sostanza, per superare nuove linee rosse senza ritorno, si sono dati tempo al 2029.

Foto © Imagoeconomica

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