Rogozin: non escluso che gli Usa non fossero a conoscenza di questo attacco. Federazione degli Scienziati Americani: non è stata una saggia decisione da parte ucraina
La crescente pressione occidentale per un intervento più diretto di Kiev in territorio russo, sembra già dare origine a pericolose provocazioni dalle conseguenze potenzialmente drammatiche.
È stata confermata la notizia che l'imponente stazione radar di Armavir è stata colpita nei giorni scorsi da almeno 4 droni ucraini di fabbricazione portoghese.
Non si tratta di una struttura qualsiasi. Ad essere stata oggetto degli attacchi è infatti un’installazione che Mosca considera strategica per la sua difesa nucleare: l’enorme antenna di Armavir, nella zona di Krasnodar, è infatti uno dei capisaldi della rete d’allarme che avvista i missili balistici diretti verso la Russia.
La stazione, situata nel Kraj di Krasnodar in Russia, è gestita dalle Forze Spaziali Russe ed ospita due radar Voronezh-DM, uno orientato a sud-ovest e l'altro a sud-est, coprendo il Medio Oriente. Il Voronezh-DM opera nella banda UHF ed ha una portata dichiarata di circa 4.200 chilometri. Nel 2013 la base ha rilevato lanci balistici nel Mediterraneo, dimostrando la sua importanza strategica. Si tratta di un attacco che, teoricamente, già oltrepasserebbe le “linee rosse” per l’uso della bomba atomica.
Come le precedenti operazioni, anche questa non è stata rivendicata dalla leadership ucraina, che forse riteneva fosse un obiettivo legittimo in quanto in grado di contribuire a monitorare i raid condotti sulla Crimea con i missili Storm Shadow e Atacms, che nelle ultime settimane bersagliano aeroporti e batterie contraeree.
Ad incrementare la tensione hanno contribuito anche le voci su un ulteriore blitz senza successo contro una seconda antenna radar della stessa rete di allarme: quella di Orsk, nei pressi di Orenburg, a 1.500 chilometri dal confine: se l’avessero colpita, la Russia sarebbe rimasta inerme contro ogni minaccia missilistica proveniente da Sud!
La distruzione del gigantesco schermo radar di Armavir, delle dimensioni di un edificio di dieci piani, rappresenta un'aggressione al sistema di difesa strategica russo e, teoricamente, potrebbe giustificare una rappresaglia nucleare secondo la dottrina del Cremlino. Questo attacco è avvenuto proprio mentre Mosca stava conducendo la prima fase di un'esercitazione con testate tattiche, installando ogive atomiche sui lanciatori semoventi terrestri e sui bombardieri. Una situazione estremamente pericolosa che potrebbe innescare un conflitto globale con gli Stati Uniti.
Anche il direttore del progetto di informazione nucleare della Federazione degli scienziati americani, Hans Kristensen, ha lanciato l’allarme sulla portata dell’operazione: “Non è stata una saggia decisione da parte dell’Ucraina colpire l’impianto di allarme rapido russo che fa parte dell’infrastruttura nucleare. I bombardieri e i siti militari in generale sono diversi perché vengono utilizzati per attaccare l'Ucraina”, ha scritto sulla piattaforma X.
“Dato il pesante coinvolgimento di Washington nel conflitto, è improbabile che gli USA non fossero a conoscenza di questo attacco. La Casa Bianca deve fornire una spiegazione completa. Non siamo più sulla soglia, ma abbiamo raggiunto il limite estremo, oltre il quale inizierà il collasso della sicurezza strategica delle potenze nucleari”, ha dichiarato il senatore Rogozin, ex capo dell'agenzia spaziale russa.
Ad esacerbare la tensione si è aggiunta anche la recente denuncia da parte del generale Vladimir Kulishov, primo vicedirettore e capo del servizio di frontiera dell'FSB, che ha parlato dei preparativi NATO allo scontro diretto contro Mosca.
"Vicino al confine russo, l'attività di ricognizione della NATO è in aumento, l'intensità dell'addestramento operativo al combattimento delle truppe dell'alleanza è in aumento, durante il quale vengono elaborati scenari per condurre operazioni di combattimento contro la Federazione Russa, compreso il lancio di attacchi nucleari sul nostro territorio”, ha affermato, osservando che la situazione di crescente minaccia richiede l’adozione di misure adeguate per proteggere e salvaguardare le frontiere.
Pochi giorni prima, il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, aveva affermato che “l’Ucraina ha il diritto” di attaccare, tra le altre cose, “obiettivi militari sul territorio russo”, aggiungendo che “alcuni alleati” hanno già revocato le corrispondenti restrizioni sui bombardamenti all’interno dei confini.
Di concerto, lunedì, l'Assemblea parlamentare della NATO, organo di collegamento tra gli Stati membri e l'Alleanza, ha adottato una dichiarazione in cui si richiede di sostenere il "diritto internazionale" dell'Ucraina a difendersi, proponendo, appunto, di eliminare "alcune restrizioni" sull'uso delle armi occidentali da parte dell'Ucraina per colpire il territorio russo, esortando gli Stati membri ad accelerare le consegne di armi a Kiev.
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