Francia effettua test di missile con capacità nucleare
Da Washington arriva l'avallo al superamento di una nuova pericolosa linea rossa nel sostegno Occidentale a Kiev: si inizia a parlare apertamente di abolire divieto all’Ucraina di usare armi americane per colpire in territorio russo, ribadito solo la scorsa settimana dalla Casa Bianca.
A rompere il tabù è stato il segretario di Stato Antony J. Blinken che, stando ai rapporti di alcuni funzionari citati dal New York Times, ha cambiato le sue posizioni caute in merito perché i russi “avevano aperto un nuovo fronte nella guerra, con risultati devastanti".
"Le forze di Mosca hanno posizionato armi proprio oltre il confine dell'Ucraina nord-orientale e le hanno puntate su Kharkiv, sapendo che gli ucraini avrebbero potuto utilizzare solo droni e altre armi non americane per colpirli in risposta", afferma la pubblicazione, spiegando che negli ultimi mesi Zelensky ha condotto attacchi contro navi russe, impianti petroliferi e centrali elettriche, "ma lo ha fatto in gran parte con droni di fabbricazione ucraina, che non hanno la potenza e la velocità delle armi americane".
Con sempre maggiore efficacia le forze aerospaziali di Mosca abbattono i droni e i missili ucraini o li mandano fuori strada, grazie al miglioramento delle tecniche di guerra elettronica.
Si esercita, dunque, una pressione sempre crescente sugli Stati Uniti affinché aiutino l’Ucraina a prendere di mira i siti militari russi, "anche se Washington vuole mantenere il divieto di attaccare le raffinerie di petrolio e altre infrastrutture russe con armi fornite dagli americani", scrive ancora il NYT.
Nel frattempo la Gran Bretagna, per bocca del Ministro degli Esteri, David Cameron, ha già anticipato le tappe in modo spregiudicato, dando il via libera alla possibilità che i suoi sistemi di crociera “Storm Shadow” possano essere utilizzati per colpire la Russia in modo più ampio.
Una via libera che, unito ai commenti del presidente francese Emmanuel Macron sul possibile invio di truppe Nato in Ucraina, ha indotto Mosca a programmare esercitazioni per simulare la preparazione al lancio di armi nucleari tattiche.
Un’azione che secondo gli analisti rappresenta un segnale di avvertimento da parte di Putin per dissuadere l’Occidente dall’essere maggiormente coinvolto nella guerra in Ucraina.
Antony J. Blinken © Imagoeconomica
Il Ministero della Difesa russo ha affermato che la prima fase dell’esercitazione ha coinvolto i missili Iskander e Kinzhal e lo scopo delle manovre, a suo dire, è garantire che le unità e le attrezzature siano pronte per “l’uso in combattimento di armi nucleari non strategiche per rispondere e garantire incondizionatamente l’integrità territoriale e la sovranità dello Stato russo in risposta alle dichiarazioni provocatorie e alle minacce di singoli funzionari occidentali contro l’esercito russo”.
Le armi nucleari tattiche, pur essendo meno potenti di quelle strategiche, con capacità da 1 e 10 kilotoni, sono comunque molto distruttive, tenendo conto che gli equivalenti ordigni sganciati su Hiroshima e Nagasaki sprigionavano rispettivamente 13 e 23 kilotoni. Alcuni analisti occidentali pensano che il loro uso potrebbe sorprendere l’Occidente senza scatenare una guerra nucleare totale, anche se il rischio di escalation resterebbe alto. La Russia possiede circa 1.558 testate nucleari non strategiche, secondo la Federation of American Scientists, ma i numeri precisi sono incerti.
Nel frattempo la Francia non è rimasta a guardare le esercitazioni messe in piedi da Putin e, di tutta risposta, il 22 maggio hanno testato con successo il nuovo missile terra-aria a media portata Asmpa-R, dotato di capacità nucleare.
Il lancio, confermato dal ministro della Difesa francese Sebastien Lecornu è stato effettuato senza la testata del missile che equipaggiava un caccia Rafale "sopra il territorio nazionale", con l'obiettivo di mantenere "la credibilità dell'elemento di deterrenza nucleare aereo".
A Londra non si respira la stessa spavalderia nella leadership militare: secondo l'ex comandante del Joint Forces Command del Regno Unito, Richard Barrons, i missili russi sarebbero in grado di raggiungere la Gran Bretagna in soli 90 minuti, viaggiando a 600 miglia orarie e il Paese non sarebbe in grado di respingere un simile attacco.
“Il Regno Unito attualmente non ha la stessa difesa aerea e missilistica dell’Ucraina. Non ne avevamo bisogno. I razzi che cadono su Kiev possono cadere anche su Londra. E la difesa aerea di Kiev è molto migliore. Anche un missile da crociera russo piuttosto vecchio, lanciato da un aereo sopra la Russia occidentale, arriva a Londra in 90 minuti con una testata esplosiva da 500 kg e una precisione di due metri. Quindi fate attenzione alle vostre porte a Downing Street ", ha affermato Barrons.
D’altro canto, l’attuale amministrazione statunitense sembra invece prestare sempre meno attenzione ai moniti di Mosca e si mostra meno sensibile alle minacce rispetto ai primi giorni della guerra.
“(Le attuali esercitazioni militari russe, ndr) vengono liquidate come spacconate e esercizi di flessione muscolare”, scrive il NYT, descrivendo un approccio che rischia sempre più di trascinare il conflitto su un crinale molto pericoloso.
Altro falco compiacente con questa strategia è l’ex funzionario al Dipartimento di Stato, Victoria Nuland, che si dice sostenitrice sull’uso delle armi americane in Ucraina contro qualunque obiettivo al di fuori del Paese.
“Penso che sia giunto il momento perché la Russia ha ovviamente intensificato questa guerra… l'attacco della Russia a Kharkiv è un tentativo di decimarla senza nemmeno dover mettere i piedi a terra. Quindi penso che sia giunto il momento di dare agli ucraini maggiore aiuto nel colpire queste basi all’interno della Russia”, ha detto la Nuland al programma "This Week" della ABC.
Ma non tutti alla Casa Bianca sono favorevoli a superare una linea rossa pericolosa, utile solo a prolungare un massacro senza fine e che non porterà all’Ucraina nessun beneficio in termini di possibili guadagni territoriali.
Il senatore Rand Paul del Kentucky, interrogando Anthony Blinken in un'udienza al Senato, ha sottolineato l’impossibilità degli obiettivi bellici dell’Ucraina, denunciando il continuo ostacolo ai colloqui di pace da parte dell’occidente.
“È ingenuo pensare che l'Ucraina sarà in grado di riconquistare i territori occupati dalla Russia", ha affermato il senatore, citando il presidente della Repubblica ceca ed ex capo del comitato militare della NATO, Petr Pavel.
Dal prolungamento di questa guerra, in sostanza, potranno uscirne vincitori solo i bilanci delle industrie degli armamenti.
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