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Analista del Bild Julian Repke: Kiev ha esaurito tutte le riserve di proiettili per i sistemi missilistici antiaerei Patriot, Iris-T

Le difese aeree ucraine iniziano a cedere. Nella giornata di ieri la Russia ha lanciato più di 40 missili e circa 40 droni d’attacco contro il Paese mentre, come riportato da Unian, Kiev è riuscita ad intercettarne solo una piccola parte. I bombardamenti sono stati effettuati con 20 missili da crociera Kh-101 e Kh-555, 16 dei quali sarebbero stati abbattuti, e 6 missili ipersonici Kinzhal, che hanno visto invece i sistemi difensivi completamente impotenti.

Secondo il Ministero della Difesa russo è stato lanciato un massiccio attacco contro gli impianti energetici ucraini in risposta ai tentativi di Kiev di danneggiare l’industria petrolifera e del gas russa e gli impianti energetici:

In risposta ai tentativi di causare danni all’industria petrolifera e del gas e agli impianti energetici della Russia, stasera le Forze Armate della Federazione Russa hanno lanciato un massiccio attacco con armi aeree e marittime ad alta precisione a lungo raggio, così come veicoli aerei senza pilota, contro gli impianti del complesso energetico dell'Ucraina. Gli obiettivi dell'attacco sono stati raggiunti. Tutti gli oggetti sono stati colpiti", ha affermato il dipartimento, precisando che, a seguito delle incursioni, è stato interrotto il lavoro delle imprese dell’industria militare ucraina, il trasferimento delle riserve alle aree di combattimento e le forniture di carburante alle unità militari.

Tra gli obiettivi di rilievo colpiti c’è la centrale termoelettrica di Trypilska, nella regione di Kiev, che è stata completamente distrutta. Lo ha riferito la società Centerenergo, secondo cui l'intero complesso ha subito un incendio di grandi dimensioni nel reparto turbine e ha perso il 100% delle sue capacità.

Secondo la rivista ucraina Defense Express, Mosca per colpire l’impianto ha utilizzato i suoi nuovi missili da crociera X-69, che gli hanno permesso di distruggerlo completamente.

Queste nuove unità, impiegabili sui caccia Su-34 e Su-35, presentano una gittata di 400 km e sono in grado di volare a velocità subsonica ad un’altezza di soli 20 metri, permettendogli di eludere le già deboli difese aeree.

Altri obiettivi, come riportato dal quotidiano Babel, sono stati colpiti nelle regioni di Kharkov, Lviv, Ivano-Frankivsk e Volyn. La società Ukrenergo ha segnalato danni alle sue strutture in quattro regioni e nel territorio controllato da Kiev della regione di Zaporizhzhia. La holding energetica ucraina DTEK ha riportato gravi danni a due delle sue centrali termoelettriche.

A Kharkov, come annunciato dal sindaco Igor Terekhov, la centrale termica che fornisce energia alla città, è stata danneggiata. “Conseguenze molto gravi. Il sistema energetico è stato distrutto ancora una volta”, ha osservato il funzionario, menzionando l’inibizione di un'altra sottostazione di trasformazione.

Il potenziale distruttivo di questa incursione suggerisce una grave carenza nella difesa aerea di Kiev, confermata dall’analista militare del Bild Julian Repke, secondo cui l'Ucraina ha esaurito tutte le riserve di proiettili per i sistemi missilistici antiaerei Patriot, Iris-T e altri sistemi di difesa aerea.

E questo nonostante abbiamo centinaia di sistemi e migliaia di missili nei nostri magazzini. Non ci sono parole. Solo rabbia”, ha scritto Repke sulla piattaforma social X, esprimendo indignazione per il fatto che i paesi occidentali dispongano di un numero sufficiente di tali sistemi, ma allo stesso tempo, sono stipati nei magazzini.

Nel merito, il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha precisato in un’intervista al Washington Post che il Paese ha bisogno di almeno 7 sistemi Patriot e gli alleati ne hanno a disposizione oltre 100 unità.

La diplomazia è tutta una cosa che riguarda le relazioni private. Ma poi ho detto a quella parte di stare zitto, e la parte di me che voleva parlare ha iniziato a parlare. Abbiamo provato di tutto e niente sembra funzionare”, ha detto Kuleba alla pubblicazione, esprimendo frustrazione per la reticenza di alcuni Paesi nel fornire tali unità.

Una batteria Patriot ha un costo di 1 miliardo di dollari, mentre un solo missile vale 5 milioni di euro. La leadership ucraina non menziona il fatto che quasi tutte le batterie sono state distrutte dai russi, ormai in grado di attivare contromisure contro questi sistemi.

La sua capacità di distruggere le armi della Nato è aumentata con il passare dei mesi. I Patriot americani sono una delle vittime preferite di Putin. Gli F-16 sono attesi dallo stesso destino”, scrive Alessandro Orsini su Sicurezza Internazionale.

Foto © Imagoeconomica

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