Il capo dell’intelligence ucraina: “Ci aspettiamo intensificazione degli attacchi nella tarda primavera”. Zelensky impone la sua formula di pace in Svizzera: la Russia si defila
La Russia sta preparando una grande offensiva per i prossimi mesi. Ad affermarlo il capo della direzione principale dell’intelligence militare ucraina, il tenente generale Kyrylo Budanov, secondo cui l’Ucraina prevede che le operazioni offensive russe si intensificheranno nella tarda primavera e all’inizio dell’estate.
"Ci aspettiamo che le azioni offensive russe si intensifichino nella tarda primavera e all'inizio dell'estate. Soprattutto nella zona del Donbass", ha affermato Budanov in un'intervista esclusiva con ARD a Kiev, spiegando che le Forze Armate RF si “spingeranno un po' più vicino a Chasov Yar. Si muoveranno verso la città di Pokrovsk, nella direzione strategica di Pokrovsk", insediamento situato a circa 70 chilometri da nord-ovest di Donetsk, nell'Ucraina orientale.
L’Institute for the Study of War (ISW) ha recentemente osservato che le forze russe hanno intensificato il ritmo delle loro operazioni offensive in tutto il teatro, in particolare conducendo un assalto meccanizzato proprio presso Chasov Yar.
Budanov ha aggiunto che fino all'inizio di questa offensiva russa, non si aspetta forti cambiamenti al fronte. "La situazione è piuttosto difficile, ma è sotto controllo", ha spiegato, fornendo un quadro in contrasto con le valutazioni di alti ufficiali ucraini di alto rango che hanno prestato servizio sotto il generale Valery Zaluzhny, intervistati recentemente dal quotidiano Politico.
“C'è un grande rischio che le linee del fronte crollino ovunque i generali russi decidano di concentrare la loro offensiva”. Inoltre, grazie a un peso numerico molto maggiore e alle bombe aeree guidate che ormai da settimane distruggono le posizioni ucraine, la Russia sarà probabilmente in grado di “penetrare la linea del fronte e di distruggerla in alcune parti”, avevano affermato alla pubblicazione, spiegando che “non c’è nulla che possa aiutare l’Ucraina adesso perché non esistono tecnologie serie in grado di compensare la grande massa di truppe che la Russia probabilmente scaglierà contro di noi. Noi non disponiamo di queste tecnologie e anche l'Occidente non le possiede in numero sufficiente”.
A lanciare un assist alle valutazioni di Budanov è intervenuto il presidente Volodymyr Zelensky che, intervistato sempre da Politico, ha addirittura promesso che il prossimo tentativo di respingere la Russia con un contrattacco sarebbe stato coronato da successo.
“La successiva controffensiva deve darci dei risultati”, ha affermato il leader ucraino, che solo il giorno prima aveva lanciato l’allarme sull’urgenza che il Congresso statunitense sblocchi i 60 miliardi di dollari di aiuti militari, altrimenti “l’Ucraina perderà la guerra”.
Evidentemente Zelensky vuole rilanciare la puntata sull’esito del conflitto nella speranza di sbloccare i fondi per continuare a combattere, allontanando la prospettiva di un accordo di pace che, salvo evitare un nuovo massacro, rappresenterebbe un’umiliante sconfitta politica anche per l’amministrazione Biden, che ha puntato tutto sulla vittoria di Kiev e ha tutto l’interesse ad allontanare l’eventualità di un accordo a dopo le elezioni americane.
Zelensky impone la sua formula di pace in Svizzera: la Russia si defila
Interpellato dal quotidiano tedesco Bild, Zelensky ha bocciato anche il piano di pace di Donald Trump rivelato dal Washington Post, secondo cui il tycoon, in caso di rielezione alla Casa Bianca, vorrebbe spingere Kiev a cedere la Crimea e il Donbass, le regioni occupate dai russi.
“Se l’accordo è semplicemente rinunciare ai nostri territori e se questa è l’idea, allora l’idea è molto primitiva. Penso che se Trump avesse effettivamente un proprio approccio per porre fine rapidamente alla guerra, allora sarei molto felice di ascoltare l’idea. Ma abbiamo bisogno di argomenti forti. Non abbiamo bisogno di un’idea fantasiosa, ma di una vera. Si tratta di vite umane, non possiamo fare scherzi e non possiamo correre rischi”, ha affermato il presidente ucraino.
Nel frattempo il governo svizzero ha ufficializzato una conferenza sulla pace che si terrà il 15 e 16 giugno in un hotel di lusso a Bürgenstock, sul lago di Lucerna, dove sono attesi funzionari governativi di alto livello provenienti da decine di Paesi e dal ministro degli Esteri elvetico Ignazio Cassis. Anche in questo caso Mosca, come nelle precedenti conferenze, non sarà seduta al tavolo, avendo bollato l’iniziativa come una “operazione degli Usa”, in quanto promotrice della “formula Zelensky”, implicante il completo ritiro delle truppe russe dal Paese ed il ripristino dei confini nazionali a quelli fissati nel 1991.
Nel merito, il capo del 2° dipartimento della CSI (Comunità degli Stati Indipendenti) del Ministero degli Esteri russo, Alexey Polishchuk ha riferito alla Tass che Mosca è pronta a discutere proposte davvero sostanziali sull'Ucraina “basate sugli interessi legittimi russi”.
"Siamo aperti al dialogo e pronti a discutere proposte veramente serie basate sulla realtà attuale e sui nostri interessi legittimi… Purtroppo Kiev e l'Occidente sono fissati sulla cosiddetta 'formula Zelenskyj', continuano a preparare una 'conferenza di pace' in Svizzera, che è 'gemella' del fallito 'processo di Copenhagen', e ingannano i paesi del Sud del mondo a prendervi parte", ha affermato il diplomatico.
Eppure una trattativa che avrebbe potuto porre fine alla guerra era possibile nel marzo-aprile 2022 quando decine di migliaia di morti potevano ancora essere evitati.
Come ammesso recentemente dall’allora capo della delegazione ucraina David Arakhamia al canale televisivo 1+1, Kiev avrebbe potuto porre fine alla guerra con la Russia dopo un mese se avesse accettato di non aderire alla NATO. Il funzionario ha affermato che Mosca non era preoccupata per altre questioni, come la "denazificazione", ma voleva solo che Kiev accettasse la neutralità. Tuttavia invece di adoperarsi per la pace, l'allora primo ministro britannico Boris Johnson spinse l'Ucraina di continuare a combattere e gli Stati Uniti dichiararono che uno dei loro obiettivi di guerra era quello di "indebolire" la Russia. Un obbiettivo costato oltre mezzo milione di morti.
Nel frattempo Zelensky, secondo il sito web del Parlamento ucraino, Verkhovna Rada, ha firmato tre leggi che introducono modifiche alla mobilitazione. In particolare verrà abbassata l’età minima di leva da 27 a 25 anni, creato un registro online dei coscritti e cancellato lo status di “parzialmente idoneo” alle visite mediche militari.
Ma tra i nuovi giovani ucraini mobilitabili non serpeggia il sentimento di abnegazione tanto sbandierato dalla propaganda ucraina. Un recente articolo del Times evidenzia come i nuovi under 27 mobilitabili siano spaventati dalla prospettiva di andare al fronte e prendono precauzioni per evitare di essere arruolati nell'esercito.
I giovani residenti di Kiev hanno ammesso alla pubblicazione che ora viaggiano tra le città ucraine solo di notte per evitare di incontrare i commissari militari, risparmiare migliaia di euro per una tangente e cercare sempre attraverso i canali Telegram informazioni su dove possono ora scappare da ufficiali militari che distribuiscono mandati di comparizione.
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