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di Giacomo Cangi
Forse le pagine facebook dedicate a Paolo Borsellino e a Nicola Gratteri non hanno tanti “like” come quella di Roberto Saviano, ma non vi è dubbio che questi due eroici magistrati anti-mafia non hanno niente di meno rispetto al noto scritto campano. Però, se si dà un’occhiata alle testate giornalistiche e ai canali televisivi, ci si accorcerà che a trovare spazio è quasi sempre solo l’opinione di Saviano. Soprattutto quando si parla della legalizzazione della cannabis.

Saviano ha lanciato un video-appello, ripreso anche dall’agenzia Ansa, in cui si esprime a favore della legalizzazione della cannabis. Paolo Borsellino, che per lottare contro la mafia ci ha perso la vita, era contrario alla legalizzazione della cannabis. Della stessa opinione è Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro che vive sotto scorta dal 1989. Insomma, non è vero che a essere contrario alla legalizzazione della cannabis sia solo il senatore Carlo Giovanardi.

Durante un incontro ripreso da un video che potete vedere alla fine dell’articolo Paolo Borsellino disse: «La legalizzazione degli stupefacenti non può rappresentare uno strumento per combattere la mafia, Intanto come mi sembra di aver chiarito non bisogna stabilire un’equazione assoluta tra la mafia e il traffico di sostanze stupefacenti. La mafia esisteva ancora prima del traffico di stupefacenti e probabilmente se per miracolo il traffico di stupefacenti scomparirà, la mafia esisterà ancora perché l’essenza della mafia non è il traffico delle sostanze stupefacenti (…) Oggi è vero che il business più importante della mafia è il traffico delle sostanze stupefacenti e qualcuno ha sostenuto: “se noi eliminiamo il traffico clandestino e legalizziamo il consumo di droga abbiamo contemporaneamente levato dalle mani alla mafia la possibilità di ottenere tutti questi guadagni illeciti ed essere così potente”. Tuttavia forse non si riflette che la legalizzazione del consumo di droga non elimina affatto il mercato clandestino, anzi avviene che le categorie più deboli e meno protette saranno le prime ad essere investite dal mercato clandestino (…) Resisterebbe poi un ulteriori traffico clandestino che è quello delle droghe micidiali, che per le stesse ragioni lo Stato non potrebbe mai liberalizzare (…) Ci sarà un ulteriore parte del mercato clandestino dovuto a tutti coloro che per qualsiasi ragione non vorranno ricorrere al mercato ufficiale: per non essere schedati, per non essere individuati, per ragioni sociali, eccetra».

In un’intervista al quotidiano La Stampa (ecco il link) Nicola Gratteri spiega che «Il guadagno che si sottrarrebbe alle mafie è quasi ridicolo rispetto a quanto la criminalità trae dal traffico di cocaina e eroina. Un grammo di eroina costa 50 euro, un grammo di marijuana costa 4 euro. Non c’è paragone dal punto di vista economico (…) Ogni 100 tossici dipendenti solo il 5% usa droga leggere. Di questa percentuale solo il 25% viene utilizzato da maggiorenni, l’altro 75% sono minorenni. Se noi pensiamo di liberalizzare e vendere droghe leggere e allora dovremmo ipotizzare di vendere hashish e marijuana anche ai minorenni».

Insomma, non è vero che tutti gli esperti di mafia sono favorevoli alla legalizzazione della cannabis. Ci sono persone che hanno sacrificato e tutt’oggi sacrificano la loro vita per combattere la criminalità organizzata che sono assolutamente contrari. È bene, quindi, che ognuno si formi la sua opinione entrando nel merito senza lasciarsi ingannare dal politicamente corretto.

wakeupnews.eu

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