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manca-attilio-chilohavistoMercoledì 8 gennaio nella puntata di "Chi l'ha visto?" su Rai3 si è trattato il caso di Attilio Manca, uno vicenda piena di incongruenze e buchi neri la qui verità è ancora nascosta ma che la famiglia continua a cercare e pretendere. Riportiamo il riassunto della puntata di ieri fatto da NanoPress.
9 gennaio 2014
Attilio Manca era un giovane medico siciliano, un chirurgo urologo serio e professionale, che si è formato nelle migliori università. La mattina del 12 febbraio 2004 viene trovato morto nella sua casa di Viterbo.

Sul braccio sinistro ci sono due piccoli fori e l’autopsia riscontra una dose letale di droghe: l’ipotesi del suicidio è la prima a cui pensano gli inquirenti, ma fin da subito la famiglia non ci crede. Attilio si trovava bene a Viterbo, voleva comprare casa, ma soprattutto era un mancino puro, usava la sinistra anche in sala operatoria: come avrebbe fatto a farsi un’iniezione con la mano destra

Troppi particolari e dettagli che non tornano in una morte misteriosa. La famiglia si rivolge subito alla trasmissione perché teme che dietro la sua morte ci sia la mafia: Manca era un brillante chirurgo, specializzato nelle operazioni di tumori alla prostata e potrebbe essere collegato alla necessità di uno specialista in urologia per il boss Bernardo Provenzano, operato in Francia, diventando così un testimone scomodo da eliminare. L’ipotesi è sconfessata dalla procura di Viterbo: secondo i pm, Attilio Manca era drogato e quel giorno avrebbe sbagliato la dose.

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(Inizio del servizio su Attilio Manca: 1h 11' 10'')

Dopo sette anni, la procura ha prodotto l’esame tricologico per dimostrare la sua tesi; infine il caso viene chiuso perché Attilio, seppur mancino, doveva essere per forza ambidestro, come scrivono i giudici nelle motivazioni, citando un articolo del Corriere della Sera. La famiglia non ci sta e continua la sua battaglia.

Il caso di Attilio Manca si intreccia con il G8 di Genova nella figura di Salvatore Gava e con il boss della mafia: Provenzano, malato di tumore alla prostata, e il giovane medico, uno dei pochi specialisti nell’operazione in laparoscopia, si sarebbero incontrati forse anche a Marsiglia, dove il mafioso si sottopose all’operazione. Secondo la madre del medico, il dottore era in Costa Azzurra “perché doveva assistere a un intervento“, come le disse al telefono, nei giorni in cui si trovava anche il boss mafioso, allora latitante con il falso nome di Gaspare Troia. I tabulati telefonici sono stati richiesti dalla famiglia per confermare le loro parole, ma la procura di Viterbo non ha mai voluto legare la morte di Manca con la figura di Provenzano.

Il rapporto di Salvatore Gava, all’epoca a capo della Polizia di Viterbo, nega la presenza del dottore a Marsiglia, scrivendo che in quei giorni Attilio Manca era sempre al lavoro. Da un controllo sui fogli presenza dell’ospedale di Viterno, Manca risulta assente proprio nei giorni in cui Provenzano venivano sottoposto alla seconda e terza operazione a Marsiglia. Il dubbio rimane: Gava è stato condannato invia definitiva a 3 anni per falso in atto pubblico per il rapporto redatto a giustificazione del blitz alla scuola Diaz all’epoca del G8 di Genova. Anche nel caso di Manca Gava potrebbe aver redatto un rapporto falso? Se sì, perché?

Tratto da: nanopress.it

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