Era stato aggredito nel corso di una festa per convincerlo a consegnare quei 3.000 euro mensili che un gruppo criminale di Putignano aveva chiesto all'azienda della sua famiglia a titolo di estorsione: dalla denuncia di un imprenditore del barese è nata l'inchiesta dei carabinieri che ha portato in carcere 8 persone, ritenute, a vario titolo, responsabili di estorsione e tentata estorsione, aggravate dal metodo mafioso, nonché di rapina e lesioni personali aggravate. L'operazione è stata denominata Enigma ed è sfociata stamattina negli arresti disposti dal gip Giovanni Abbattista. Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, le attività estorsive in danno di imprenditori di Putignano, rientrano nel tentativo di riorganizzare il gruppo criminale che, fino a pochi mesi fa, faceva capo a Francesco Genchi (affiliato al clan barese Capriati), poi deceduto. Il sodalizio, avvalendosi della forza di intimidazione, aveva ripetutamente estorto denaro a un imprenditore, arrivando a quantificare in 3.000 euro la cifra che avrebbe dovuto corrispondere mensilmente. Le vittime - hanno documentato i carabinieri - sono state pedinate, minacciate, aggredite verbalmente e fisicamente. L'episodio clou ha riguardato il figlio dell'imprenditore che, a ottobre, e' stato raggiunto in un locale di Turi e picchiato brutalmente. Durante le perquisizioni effettuate dai carabinieri nel corso dell'esecuzione delle misure, sono stati rinvenuti, nelle parti ad uso comune delle palazzine dove abitano gli arrestati, 60 grammi di eroina e 50 grammi di hashish, oltre a bilancini di precisione e a telefoni cellulari, verosimilmente utilizzati per le attività di spaccio.
Fonte: AGI
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