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Gli agenti della squadra mobile di Foggia e i militari della Guardia di finanza di Bari, questa mattina sono stati impegnati nell'esecuzione di un ordine di carcerazione, emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Bari, per Vincenzo Antonio Pellegrino, detto "capantica", di 68 anni, storico capo della batteria mafiosa "Moretti-Pellegrino" di Foggia, condannato a scontare la pena residua di 6 anni, 7 mesi e 26 giorni di reclusione; per Gianluca Ruggiero di 40 anni, vicino al boss Pellegrino, condannato a scontare la pena residua di 3 anni e 6 mesi di reclusione e per Gabriella Capuano di 45 anni, ritenuta dall'accusa vicina al boss Emiliano Francavilla, condannata a scontare la pena residua di 3 anni, un e 15 giorni di reclusione. L'attività è l'epilogo dell'operazione Rodolfo, del 4 aprile del 2016 quando gli investigatori avevano arrestato 11 persone considerate facenti parte delle "batterie" mafiose della Società Foggiana "Moretti - Pellegrino" e "Sinesi - Francavilla", accusate di condotte estorsive aggravate dal metodo mafioso. In quella occasione fu eseguito anche un sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di beni immobili e mobili nella disponibilità degli indagati per un valore complessivo stimato di oltre 700.000 euro. Secondo l'accusa i due gruppi criminali avrebbero assoggettato ad estorsione, con metodo mafioso, imprenditori operanti in un settore strategico per l'economia del territorio, quale quello della produzione e trasformazione alimentare dei prodotti dell'agricoltura. Le estorsioni riscontrate, per le quali i personaggi condannati in via definitiva hanno svolto un ruolo di primo piano, hanno riguardato - sostiene l'accusa - non solo la forzata elargizione mensile di somme di denaro a vantaggio dei "vertici" delle cosche, ma anche l'assunzione di soggetti "vicini" alle compagini malavitose che - pur percependo regolarmente lo stipendio mensile - non svolgevano, di fatto, alcuna attività lavorativa.

Foto © Imagoeconomica

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