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Si è concluso con la condanna all'ergastolo per Matteo Lombardi, 50enne di Manfredonia (Foggia), ritenuto al vertice del clan garganico Lombardi-Ricucci-La Torre, il processo sulla faida del Gargano. Lombardi era accusato di aver ucciso il 21 marzo 2017 Giuseppe Silvestri sulla strada panoramica di Monte Sant'Angelo (Foggia). Ad emettere la sentenza è stata la Corte d'assise di Foggia che ha anche condannato a tre anni di reclusione per favoreggiamento, il presunto complice di Lombardi, Antonio Zino, colui che lo avrebbe raggiunto in autostrada subito dopo il delitto. Secondo l'accusa Lombardi avrebbe agito per eliminare il rivale nel corso della faida che contrapponeva il suo clan a quello dei Li Bergolis-Miucci. Su Lombardi hanno pesato soprattutto le tracce del suo DNA trovate sulle cartucce di arma da fuoco repertate sulla scena del delitto. Il 50enne avrebbe organizzato e poi eseguito in prima persona l'agguato mafioso.
La Corte d'assise di Foggia ha anche riconosciuto l'aggravante di mafia, sia come "metodo mafioso", che come finalità di agevolare il clan di appartenenza, rivale dei Li Bergolis. Secondo gli inquirenti, ciò equivale a dire, nella sostanza, che il clan a suo tempo denominato dei Romito (di Manfredonia) e' un clan mafioso. Nel processo Iscaro-Saburo, sempre a carico di clan mafiosi del Foggiano, fu riconosciuta l'associazione mafiosa ai Li Bergolis, ma non ai Romito.

Fonte: ANSA

Foto © Imagoeconomica

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