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polizia arresto volantedi Nicola Pepe
Traffico di droga e armi, ricostruiti alcuni episodi di faida tra i due gruppi criminali: scoperti due tentativi di omicidio
Venticinque persone, appartenenti ai clan Mercante e Strisciuglio, sono state arrestate ieri a Bari nell'ambito di una operazione della Polizia: tutte sono state destinatarie di una ordinanza di custodia cautelare (15 in carcere e 10 ai domiciliari) emesse dal gip del tribunale di Bari, Annachiara Mastrorilli, su richiesta del pm della Dda, Giuseppe Gatti, Lidia Giorgia, Patrizia Rautiis e Renato Nitti. Sette provvedimenti sono stati notificati a persone già detenute in carcere. L'indagine, condotta dalla Squadra mobile di Bari, ha messo a fuoco le attività illecite soprattutto nei quartieri San Paolo e Japigia: associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga aggravata dall'uso delle armi, estorsioni (anche a commercianti), nonché due tentativi di omicidio (aggravati dal metodo mafioso), le accuse contestate ai componenti dei due gruppi criminali. E proprio lo scontro tra i due clan avrebbe consentito agli investigatori di aprire uno squarcio investigativo ricostruendo gli affari illeciti. In particolare i due falliti agguati - di cui la Polizia avrebbe scoperto mandanti ed esecutori materiali - sarebbero avvenuti a Bari nel 2014. Destinatari della misura sono stati i vertici del clan Strisciuglio e alcuni gregari. In manette anche il presunto boss Giuseppe Mercante, 65enne, alias "Pinucc u'drogat") le cui condizioni di salute lo avevano fatto giudicare incompatibile con il regime carcerario (in passato era stato assolto in via definitiva dall'accusa di associazione di stampo mafioso). Secondo le indagini il gruppo capeggiato da Mercante, ritenuto egemone nel rione Libertà di bari ed in alcuni comuni del nord barese, si riforniva di droga sfruttando diversi canali di approvvigionamento tra cui quello riconducibile al pregiudicato Luigi Luisi, ucciso nel corso di un agguato nell’ottobre del 2016, nonché da Francesco Cascella e Alessandro De Barnardis, oltre che da Antonio Caizzi.

L'agguato al fratello del pentito
II primo dei tentati omicidi contestati ed aggravati dal metodo mafioso - nessuno dei due denunciato -, avvenuto il 27 marzo del 2014, ha avuto come vittima Vincenzo Valentino, esponente del clan Strisciuglio e fratello del collaboratore di giustizia Giacomo Valentino: l'agguato, non andato a buon fine per l'inceppamento dell'arma, sarebbe stato commissionato da Alessandro De Bernardis ed eseguito da Riccardo Lucchesi e Michele Lorusso. Rappresentava, secondo gli investigatori, una risposta all’accoltellamento, avvenuto lo stesso giorno, da parte del Valentino ai danni di De Meo Umberto, accoltellamento peraltro commesso per legittima difesa. Il secondo tentato omicidio, anch'esso fallito per il cattivo funzionamento dell'arma, risale a un mese dopo, il 25 aprile: nel mirino, stavolta, Alessandro De Bernardis e Riccardo Lucchesi. L'episodio è stato contestato a Giovanni Tritto e Christian Cucumazzo, ritenuti esponenti del clan “Strisciuglio,'‘ operante nel quartiere San Paolo di Bari.

Il medico chiede aiuto alla mala
Le indagini avrebbero altresì messo a nudo un diffuso clima di omertà nonchè di riconosciuta autorevolezza nei confronti della mala. Un medico del Policlinico di Bari, nel 2014, chiamò il boss Giuseppe Mercante per riottenere i due motorini che gli erano stati rubati. Accadeva nel 2014. Come quel medico, tanti cittadini baresi e commercianti in quegli anni pagavano il pizzo in un clima di omertà e assoggettamento al clan Strisciuglio. "È un motivo di grande preoccupazione che ci si rivolga a malavitosi e non alle forze dell’ordine per avere giustizia", ha commentato il procuratore aggiunto di Bari Francesco Giannella. Sono stati ricostruiti decine di episodi di estorsione. Agli odierni indagati sono contestati anche numerosi furti di auto e moto con conseguenti richieste di alcune centinaia di euro per la restituzione di ciascun mezzo, oltre a furti in appartamenti (in un caso con la complicità della collaboratrice domestica). "Un macigno che pesa sulla capacità di sviluppo dell’economia - ha detto Giannella - e che alimenta una catena interminabile di illegalità" Un commerciante del quartiere Libertà di Bari sarebbe stato costretto a versare 2 mila euro al mese arrivando a dover chiedere prestiti per pagare il pizzo al clan. "Oggi le cose sono un po' cambiate - hanno spiegato gli inquirenti - perché i cittadini denunciano di più e hanno maggiore fiducia nella capacità dello Stato di intervenire e proteggerli".

Gli arrestati
Ecco l'elenco delle persone arrestati. Di seguito i destinatari di misura cautelare di arresti in carcere:

1) MERCANTE Giuseppe, detto “Pinuccio il drogato” e “Compà Peppe”, nato a Bari di anni 65;
2) CASCELLA Francesco, nato a Bari di anni 32;
3) CASTRIOTTA Andrea, nato a Terlizzi (BA), di anni 35, già detenuto presso la casa circondariale di Trani;
4) CATALANO Michele, detto “zio Chele”, nato a Bari di anni 36;
5) CUCUMAZZO Christian, nato a Modugno (BA) di anni 24;
6) DE BERNARDIS Alessandro, detto “Brodino”, nato a Bari di anni 49, già detenuto presso la Casa Circondariale di Bari;
7) DE CARO Domenico, detto “Mimmo il ragioniere”, nato a Bari di anni 47;
8) DE MEO Umberto, nato a Bari di anni 27;
9) FIENGO Gennaro, nato a Bari di anni 39;
10) LORUSSO Michele, nato a Bari di anni 24, già detenuto presso la Casa Circondariale di Bari;
11) LUCCHESI Riccardo, nato a Bari di anni 37;
12) PETRONI Emanuel, nato a Bari di anni 27;
13) SMURRO Costantino, detto “Damiano”, nato a Bari di anni 47;
14) TRITTO Giovanni, detto “Giovanni piccolino” nato a Bari di anni 28;
15) SEDICINA Nicola, nato a Bari di anni 33, già detenuto presso la Casa Circondariale di Bari.

Custodia cautelare agli arresti domiciliari per:
16) CALDARULO Stefano, detto “Mazz mazz”, nato a Bari di anni 36;
17) CUTRIGNELLI Giuseppe, nato a Bari di anni 48;
18) DI BARI Vito, detto “U Buc” nato a Bari di anni 41, già detenuto presso la Casa Circondariale di Potenza;
19) CAIZZI Antonio, detto “U Pidich”, nato a Bari di anni 46;
20) DI BARI Damiano, nato a Bari di anni 46, già detenuto presso la Casa Circondariale di Lucerà (FG);
21) GENCHI Giuseppe, nato a Bari di anni 29;
22) LARASPATA Antonio, detto “La Pupa”, nato a Bari di anni 32;
23) LADISA Giuseppe, detto “Peciù”, nato a Bari di anni 42, già detenuto presso la Casa Circondariale di Lecce;
24) DE SANTIS Antonio, nato a Bari di anni 38;
25) CAVONE Vito, nato a Bari di anni 43.

Tratto da: lagazzettadelmezzogiorno.it

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