Accedeva ai sistemi informatici della Procura acquisendo quante più informazioni possibili su indagini, sequestri e arresti. Tutte informazioni 'passate' ai boss della Camorra del Rione Traiano a Napoli. In cambio, secondo la Dda, riceveva uno stipendio. Negli anni avrebbe avuto 60 mila euro. Questa l'accusa della Procura a Giuseppe Bucolo, sottufficiale dei carabinieri, sotto processo per concorso esterno ad associazione a delinquere di stampo mafioso. Per lui il pm ha chiesto 12 anni di carcere. L'uomo venne arrestato il 25 ottobre 2022 in un blitz antiusura dei suoi colleghi militari che notificarono complessivamente 11 misure cautelari emesse dal gip di Napoli Leda Rossetti. Oggi il suo avvocato, Vincenzo Strazzullo, ha tenuto la sua arringa, l'ultima prima della sentenza che dovrebbe giungere il 24 ottobre prossimo. A incastrare Bucolo fu un pentito, Gennaro Carra. Secondo la difesa, invece, Bucolo è stato coinvolto da collaboratori di giustizia perché "lo odiavano, era una spina nel fianco della Camorra che così lo ha eliminato".

Foto: © Imagoeconomica

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