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Processo di appello da rifare per la presunta intestazione fittizia, aggravata dalla finalità mafiosa, di due immobili che la Direzione distrettuale antimafia ritiene essere stati acquistati con il denaro del clan Belforte. La seconda sezione della Suprema corte, accogliendo le tesi difensive dell'avvocato Dario Vannetiello, del Foro di Napoli, e dell'avvocato Massimo Trigari, ha annullato due sentenze di condanna ordinando, contestualmente, un nuovo giudizio di rinvio. Le condanne riguardano Salvatore Belforte e Giovanna Allegretta, rispettivamente figlio e nuora del capoclan Domenico Belforte. Il Tribunale casertano di Santa Maria Capua Vetere prima, e la Corte di appello di Napoli poi, avevano ritenuto solida la piattaforma probatoria nei confronti di Salvatore Belforte (condannato a tre anni di reclusione) e di Giovanna Allegretta (moglie di Camillo Belforte, condannata a due anni), ritenuti prestanome del clan con riferimento a due immobili che si trovano a Marcianise, provincia di Caserta.

Foto © Imagoeconomica

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