La squadra mobile di Napoli, grazie alle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della procura partenopea (dai pm Maurizio De Marco, Lucio Giugliano e Giuliano Caputo) hanno sventato un omicidio premeditato ai danni di un uomo "condannato a morte" perché sospettato di intrattenere una relazione con la moglie di un affiliato detenuto.
In tutto mercoledì sono state sottoposte a fermo 5 persone, tra queste Antonio Abbinante, considerato boss dell'omonimo clan camorristico attivo a Scampia, nell'area nord di Napoli, e il figlio Raffaele, nei confronti dei quali il gip ha emesso misure cautelari.
Inoltre quattro degli indagati rispondono di partecipazione ad associazione mafiosa e tutti per il delitto di tentato omicidio. L'affiliato accusato di intrattenere la relazione extraconiugale con la moglie di un sodale del clan detenuto sarebbe stato condannato a morte perché avrebbe minato quegli accordi non scritti di equilibri interni al clan. L'uomo aveva anche ricevuto una chiamata per incontro nelle campagne di Marano, in provincia di Napoli, dove era già stata scavata la fossa.
Foto © Imagoeconomica
Condannato a morte per avere una relazione con la moglie di un camorrista
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