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Napoli. "Queste sono scene da Medioevo. Chi vive a Napoli non può accettare il rischio di essere colpito da una camorra senza freni". Lo dice il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho, in un'intervista a 'la Repubblica', dopo la sparatoria di venerdì scorso nel centro del capoluogo campano, dove è rimasta coinvolta una bimba di 4 anni che lotta tra la vita e la morte. "Quelli di Napoli - aggiunge - sono cittadini italiani a cui dobbiamo una risposta più forte. Che meritano un intervento dello Stato centrale: un investimento più radicale e costante sulla sicurezza nella capitale del Sud". Secondo Cafiero de Raho, i 137 poliziotti in più inviati dal ministro dell'Interno Salvini nel capoluogo partenopeo "vanno bene, ma non bastano, non sono la risposta. Mi pare evidente". Il procuratore chiede un intervento più forte dello Stato centrale: "Un tavolo nazionale, il comitato per la sicurezza. Ogni mese: Ministro dell'Interno, capo della polizia, comandante generale dell'Arma e della Finanza, i livelli giudiziari. Piano di prevenzione e repressione, ma dispiegando tutta la 'strumentazione' che la nostra legislazione antimafia, la migliore al mondo, ci offre". Per il procuratore, che lo ribadisce anche in un'intervista al 'Messaggero', serve applicare il 'modello Caserta': "Quel modello funzionò. Ci si vedeva periodicamente: per registrare i passi avanti, valutare i risultati, modulare le risorse". E pensa che "la politica in generale, a parte pochissime eccezioni", non consideri una priorità l'azione di contrasto alla mafia e alla camorra e "non eserciti già al suo interno quella selezione e capacità di filtro indispensabile per il contrasto non solo giudiziario ma civile alla penetrazione delle mafie".

AdnKronos

Foto © Imagoeconomica

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