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Assassino si pentì, il delitto fu un avvertimento al clan

Caserta. Il gip di Napoli ha rinviato a giudizio per un omicidio di camorra del 1996 il superboss, capo del clan dei Casalesi Francesco Schiavone, noto come "Sandokan". Si tratta del delitto del postino Giuseppe Quadrano, cugino dell'omonimo collaboratore di giustizia, killer del sacerdote don Peppe Diana, ucciso nel 1994 nella chiesa di cui era parroco a Casal di Principe.
Quadrano si pentì poco dopo l'omicidio, provocando la reazione rabbiosa dei vertici del clan, tra cui "Sandokan", che decisero di eliminare il cugino del killer, che aveva il suo stesso nome e cognome. L'obiettivo della cosca era di mandare un segnale di avvertimento a tutti gli esponenti del clan che avevano in testa di collaborare con la magistratura. Il capoclan dovrà comparire per il dibattimento davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere il prossimo 27 marzo.
Per il delitto sono stati condannati qualche giorno fa a 30 anni di carcere gli esponenti di spicco del clan Francesco Schiavone detto "Cicciariello", omonimo e cugino di "Sandokan", ritenuto uno dei mandanti, e Sebastiano Panaro, che prese parte al delitto guidando l'auto dei killer. Quadrano fu massacrato all'esterno di un bar di San Cipriano d'Aversa il 7 luglio di 23 anni fa con 12 colpi sparati da una pistola calibro 9x21. A raccontare di tali avvenimenti è stato uno degli esecutori materiali del delitto, Nicola Panaro, divenuto collaboratore di giustizia, condannato a 12 anni di carcere.

ANSA

In foto: Francesco Schiavone 'Sandokan' e Francesco Schiavone 'Cicciariello'

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