Il magistrato antimafia: gli arresti hanno scompaginato equilibri, in giro ora pesci piccoli e ingestibili
“La camorra non è più strutturata come un tempo, sono saltati gli equilibri e il ritorno alla recrudescenza in particolare a Napoli, è il segno che non ci sono più boss in grado di aggregare e incutere timore. In altre aree invece i clan sono in piena attività e strutturati come holding”. Lo dice interpellato dal Velino il magistrato Paolo Mancuso, a lungo capo del pool antimafia della Procura di Napoli, oggi Procuratore della Repubblica a Nola. “Ci sono aree dove la camorra mantiene un’organizzazione precisa e si comporta come un’azienda che deve fare profitti con strategie chiare, penso ai Casalesi, ai Fabbrocino, alle organizzazioni malavitose attive a Giugliano o in alcuni comuni di Napoli nord. Per quanto riguarda altre zone, a cominciare dal centro di Napoli - spiega Mancuso - c’è una violenza frutto di una completa assenza di prospettive malavitose. In giro ci sono ragazzini violenti, che non rispettano più nemmeno i vecchi capi che provano a mantenere una ‘forma di ordine’”. Secondo il capo dei pm del Nolano “ci sono organizzazioni in lotta per il controllo del traffico di stupefacenti e che continuano con le estorsioni ma che non hanno prospettive di crescita del clan come invece hanno pensato i casalesi, ad esempio, quando si sono strutturati come holding del male. Certo è, che se oggi mancano i boss è grazie al lavoro di magistrati e forze dell’ordine che hanno condotto arresti eccellenti magari dopo anni di lavoro investigativo”. “Tutto questo - spiega il Procuratore Mancuso - non aiuta nemmeno le indagini perché è un continuo flusso di informazioni in veloce mutamento, circa gruppi e sotto gruppi che nascono, muoiono, si fondono, si separano, si riuniscono: sembrano banchi di pesci piccolissimi che si mangiano tra di loro”. Quanto alla rapina subita nei giorni scorsi da un magistrato dell’antimafia per la quale è stato arrestato il nipote di un boss, Mancuso risponde: “Sicuramente parliamo di un Pm super impegnato contro i clan e, stando a quello che ho letto, alcuni aspetti dell’accaduto, sono inspiegabili, ad esempio l’auto rubata, una vettura vecchia, senza grande valore. Anche il modo in cui è stata condotta l’azione non mi torna. Gl'investigatori sicuramente porteranno alla luce la verità”.
ilVelino/AGV NEWS
Procuratore Mancuso: Casalesi non sono finiti, ma a Napoli camorra non è più strutturata
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