Blitz con dodici arresti nel quartiere di Ponticelli. La scritta "Bodo" sul corpo degli affiliati
27 maggio 2014
Così devoti da tatuarsi il soprannome del boss - ‘Bodo’ per Marco Di Micco - sul corpo assieme alla frase ‘rispetto, fedeltà e onore’. E’ quanto è emerso nel corso delle indagini che oggi hanno portato all’arresto di 12 persone ritenute affiliate al clan ‘Di Micco’ del quartiere Ponticelli di Napoli.
Gli indagati sono in tutto 14 ma due sono ancora ricercati dalla Polizia. I reati contestati sono associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, detenzione di armi.
L'indagine è partita dal sequestro di alcuni fogli che componevano una sorta di 'libro mastro' del clan. Fogli su cui erano segnati i ricavi delle attività illegali, il costo delle armi, degli avvocati e della droga, la ripartizione degli 'utili' tra gli affiliati e le 'mesate' (mensilità) per le famiglie dei detenuti.
Gli investigatori hanno scoperto anche che, da mesi, all’interno del quartiere è in corso una lotta tra il clan Di Micco e il clan D’Amico che si stanno contendendo il controllo del territorio e dello spaccio. Lo scontro tra i due clan ha causato, lo scorso gennaio, il duplice omicidio di Antonio Minichini e Gennaro Castaldi, due 18enni appartenenti al clan D’Amico, e a marzo 2013 quello di Alessandro Malapena, affiliato dei Di Micco.
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Foto © Ansa