6 luglio 2013
Caserta. Si presentavano come esponenti del clan dei Casalesi e minacciando i gestori di diversi esercizi pubblici dell'agro aversano costringendoli ad acquistare una determinata marca di caffè, a condizioni economiche meno vantaggiose di quelle offerte dal precedente fornitore. Con quest'accusa, nell'ambito di un'indagine coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli - Direzione Distrettuale Antimafia, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Casal di Principe (Caserta) hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di estorsione continuata e di illecita concorrenza, aggravati dal metodo mafioso.
In particolare, le minacce, che duravano dal gennaio del 2013, avevano portato all'estromissione dal mercato locale del precedente fornitore di caffè, che si è trovato a subire l'ulteriore danno dell'impiego delle proprie apparecchiature - date in uso all'esercente - per la preparazione del caffè, portando nelle casse del clan dei Casalesi della fazione Venosa, come dichiarato da alcuni collaboratori di giustizia, importanti entrate economiche. Gli indagati, infatti, a quanto è emerso dalle indagini, alle quali hanno collaborato diversi commercianti della provincia di Caserta, riuscivano a mettere insieme anche 15mila euro al mese, costringendo gli esercenti di San Cipriano e dei paesi limitrofi a acquistare, con cadenza mensile e a prescindere dall'effettivo consumo, una confezione di 50 cialde di miscela di caffè. Nel corso dell'operazione sono state anche eseguite perquisizioni presso torrefazioni di caffè dell'agro aversano, finalizzate ad accertare l'eventuale coinvolgimento dei loro titolari nell'attività criminale.
Adnkronos