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di Giuseppe Crapisi - 21 luglio 2012
Durante la visita a Corleone del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris nella sede della cooperativa sociale 'Lavoro e non Solo”, locale confiscato ai nipoti del boss mafioso Toto' Riina, gli ho posto alcune domande.

Come può un Sindaco contrastare la mafia?

Innanzitutto attraverso la politica, questa è la vera rivoluzione che stiamo cercando di fare. Politica contro la mafia, contro l’infiltrazione e gli appalti trasparenti, impermeabilità della Pubblica Amministrazione. Insomma generando rivoluzione culturale, io credo che la sconfitta della mafia passi attraverso una rivoluzione culturale e il cambiamento della politica.

Visto i legami dei corleonesi e della camorra non crede sia opportuno un legame antimafia tra i due territori?

Oggi il Sindaco di Napoli, a venti anni dalla strage di Via D’Amelio, è anche a Corleone, questo è un segnale forte di unità di questo sud che si vuole riscattare e che si vuole ribellare dalla mala politica e dalle mafie, che vuole appunto unità nel paese ma con la dignità del sud. Io sono molto d’accordo che bisogna rafforzare questo legame tra la zona del napoletano e del palermitano.

Non crede che i beni finanziari confiscati dovrebbero esser investiti nelle zone dove sono stati sottratti?

E’ molto importante produrre investimento sociale, delle somme sottratte alla criminalità organizzata, in quei luoghi dove ce n’è più di bisogno. In attesa di questo, noi stiamo molto investendo sul profitto sociale dei beni confiscati che non è solo un luogo sottratto alla mafia, ma può produrre economia e posti di lavoro.
Il sindaco si è fermato a pranzo nella sede della cooperativa, dove ha gustato i prodotti provenienti dai terreni confiscati alla mafia, coltivati dai soci e dai giovani volontari.

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