Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

18 maggio 2012
Salerno. Un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 10 indagati è stata notificata stamattina dai carabinieri del comando provinciale di Salerno a presunti affiliati e fiancheggiatori del clan Genovese attivo nella valle dell'Irno e Baronissi, Fisciano e altri centri. Il provvedimento è stato emesso dal gip presso il tribunale di Salerno sulla richiesta della Procura diretta dal procuratore Franco Roberti. Parte dei 10 indagati è stata rinchiusa in carcere, un'altra parte ai domiciliari e un'altra parte ancora l'obbligo di dimora. Il clan Genovese guidato da Sabato Genovese e dal figlio Elio ha preso il posto della cosca dei fratelli Forte recentemente condannati all'ergastolo. Della stessa banda faceva parte lo stesso Elio Genovese, poi resosi autonomo con un proprio clan. Nel 2001 Elio Genovese fu arrestato e condannato nell'ambito dell'indagine "Gattopardo" che ha colpito il gotha e gli interessi dei fratelli Forte nella valle dell'Irno. In pratica, come spiegato dai pm della Procura salernitana l'indagine che oggi ha portato all'esecuzione delle 10 misure cautelari, denominata "Vicerè" «può essere considerata una sorta di prosecuzione dell'operazione "Gattopardo" dal momento che i Genovese hanno raggiunto l'egemonia criminale nella valle dell'Irno soppiantando i Forte.- Il clan Genovese trae origine e nome dall'ambito famigliare sul quale è strutturato e costituito, con attività criminali tipiche di questo tipo di sodalizi che traggono i loro illeciti profitti nel settore delle estorsioni, «con il loro contorno di intimidazioni -spiegano in procura- aggressioni e danneggiamenti ai danni di commercianti che operano nella zona sottoposta all'influenza criminale della cosca». Altre attività della banda Genovese sono l'usura, il traffico di armi ed esplosivi. Esplosivi che vengono utilizzati per compiere attentati nei confronti di commercianti riottosi a pagare la tangente. C'è anche lo scontro a fuoco nel dna di questa cosca. Ad esempio il 22 gennaio del 2009 un cugino di Elio Genovese, Alberto Genovese, vicino ai fratelli Carratù rimase vittima di un tentato omicidio. Con la banda Carratù i Genovesi hanno avuto due scontri nel marzo del '98 e nel luglio del '99. Estorsioni e usura «costituiscono strumenti criminali particolarmente praticati dalla malavita -spiegano in Procura a Salerno - per reperire risorse finanziarie, per la vita stessa delle organizzazioni e per affermare quella leadership sul territorio». L'attività di indagine del reparto operativo del Comando provinciale di Salerno nel dicembre del 2009 ha dimostrato l'estrema pericolosità dei soggetti coinvolti, anche la loro propensione a fare uso delle armi, spregiudicati a tal punto da cercare di procurarsi il potente esplosivo al "plastico" del tipo 'C4' di esclusivo uso militare. L'attività estorsiva e usuraia sarebbe stata posta in essere dal clan Genovese nei confronti di commercianti e imprenditori che operano prevalentemente a Baronissi e Fisciano. Gli interessi usurari applicati andavano dal 60 all'80%, dal 133% perfino al 360% su base annua. I cara binieri del Comando provinciale di Salerno hanno dovuto fare i conti con la scarsa disponibilità a collaborare delle vittime per timore di subire ritorsioni. Fanno notare in procura che «tale atteggiamento infatti non è che la conseguenza dello stato di paura del clan Genovese -come ogni gruppo criminale mafioso - ha diffuso sul territorio con attacchi all'incolumità della persona, ovvero arrecando danni alle attività commerciali della vittima in caso di inottemperanza o peggio di denunce delle pressioni ricevute e delle dazioni effettuate». I pm hanno reso noto che il boss Sabato Genovese fu chiamato a fare da paciere a causa di una controversia economica insorta nei primi mesi dello scorso anno tra due diversi gruppi di contendenti. Genovese convocò le parti a casa sua ma appena uno di questi alzò la voce verso la controparte Genovese lo schiaffeggiò e lo cacciò in malo modo da casa sua. Nell'ambito dell'operazione i carabinieri salernitani hanno sottoposto a sequestrao auto e moto di grossa cilindrata. Sequestrati anche conti correnti e depositi di titoli e al portatore per diverse decine di migliaia di euro.

Adnkronos

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos