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12 marzo 2012
Caserta. Avrebbero intimidito amministratori pubblici e funzionari del comune casertano di Cervino per contringerli a concedere agevolazioni ai loro congiunti, come il cosiddetto reddito di cittadinanza e il contributo per l'affitto. La Squadra Mobile di Caserta - coordinata dalla Procura Antimafia di Napoli e dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) - sta eseguendo cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti presunti esponenti del gruppo D'albenzio del clan Belforte, attivo nel Casertano tra Maddaloni, Cervino e comuni limitrofi. I reati contestati sono incendio, tentata estorsione ed estorsione, aggravati dalla metodologia mafiosa. Le indagini sugli episodi di intimidazione nei confronti di amministratori locali e funzionari pubblici - che stamattina hanno portato all'operazione della squadra mobile di Caserta a carico di cinque presunti esponenti del clan Belforte - iniziarono dopo una serie di attentati incendiari avvenuti tra l'agosto e l'ottobre 2011 nei confronti di amministratori locali, impiegati comunali e operatori economici di Cervino (Caserta). Un pesante clima di intimidazione, quello su cui hanno fatto luce gli investigatori, imposto nella zona dagli affiliati al clan per ottenere dall'amministrazione comunale, per i propri congiunti, il cosiddetto reddito di cittadinanza, contributi per l'affitto di un'abitazione previsto per le famiglie disagiate, e il pagamento di tangenti da parte di un imprenditore locale, titolare di una ditta di onoranze funebri e di un'impresa di trasporti, vittima di una serie di atti intimidatori. Il comune di Cervino (Caserta), nel febbraio del 2008, fu teatro dell'uccisione dell'allora sindaco Giovanni Piscitelli, assassinato in maniera estremamente feroce: dopo essere stato tramortito e legato, venne arso vivo. L'episodio, però, secondo gli investigatori, non sarebbe da mettere in relazione con gli atti intimidatori oggetto dell'operazione di oggi contro i Belforte.

ANSA

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