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22 dicembre 2011
Napoli. Sette presunti appartenenti a un nuovo clan, attivo alla periferia di Napoli e facente capo ad Antonio Circone è stato sgominato all'alba di oggi dagli agenti della Squadra mobile di Napoli e del commissariato di Ponticelli. Il clan Circone ha preso il posto della cosca del clan Casella, egemone al rione Luzzatti. La cosca dei Circone è accusata di «plurime azioni estorsive nei confronti di operatori commerciali di Ponticelli», spiegano i pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli che hanno emesso un provvedimento di fermo a carico degli indagati. Un ottavo indagato è sfuggito alle manette ed è ricercato dalla polizia. Il nuovo sodalizio un tempo federato con il clan Sarno, fino a qualche anno fa uno dei più potenti di Napoli ma ormai estinto «per effetto dei plurimi provvedimenti giudiziari che si sono susseguiti -spiegano i pm- nel triennio 2006-2009 e della conseguente collaborazione con la giustizia di quasi tutti i suoi componenti apicali». Il clan Circone avrebbe assunto un nuovo ruolo e con una nuova collocazione negli assetti delinquenziali dell'area orientale della città fino a divenire negli ultimi mesi il gruppo egemone di quello che un tempo era stato l'incontrastato feudo del clan Sarno. Proprio al clan Circone va attribuita l'azione armata compiuta lo scorso mese di giugno al rione De Gasperi, una delle zone più importanti del quartiere di Ponticelli, quando un gruppo di motociclisti armati nel tentativo di colpire un appartenente a un altro clan non esitò ad aprire il fuoco contro una pattuglia di agenti di una volante del commissariato di Ponticelli impegnata in un'operazione di controllo del territorio e nella fattispecie all'identificazione di alcuni pregiudicati tra cui la vittima designata dai vicari. L'attività investigativa che ha condotto al fermo dei 7 indagati rappresenta il frutto delle denunce di 4 commercianti di Ponticelli, stanchi di subire soprusi e imposizioni e quindi decisisi a ribellarsi al pizzo e denunciando alla polizia i loro aguzzini. Fanno notare in Procura che «ancora una volta nell'arco di pochi giorni è la parola e la denuncia a prevalere sulla intimidazione e sulla paura, ancora una volta è la voce delle vittime a superare quelle dei camorristi». Secondo gli inquirenti della Dda in città sembra spirare un «vento nuovo», con le vittime decise a ribellarsi alla camorra. I provvedimenti di fermo sono stati eseguiti nei confronti di Antonio Circone di 40 anni, Francesco De Martino, 42, Fabio Buonomo, 20, Carlo Incarnato, 47, Massimo Messere, 30, Alessandro Nocerino, 34 e Pasquale Nocerino, 37.

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