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di Raffaele Sardo - 26 novembre 2011
Casal di Principe, nuovo raid contro il luogo dedicato alla memoria del prete anticamorra assassinato dal clan.

Panchine di cemento rovesciate, giostrine distrutte, cestini di rifiuti svuotati dappertutto e cassonetti sottosopra. Si presentava così stamattina il parco "Don Diana", sorto in un cimitero sconsacrato e dedicato al parroco di Casal di Principe ucciso dalla camorra il 19 marzo del 1994. I pensionati che abitualmente frequentano il parco e provvedono alla pulizia , sono sconsolati.

Le immagini/Il raid

"Non è la prima volta che lo fanno  -  dice un anziano signore  -  la settimana scorsa le scene era più o meno simili. Purtroppo tutto questo avviene quando arriva il buio e non c'è più nessuno nel parco". Anche una piccola cappella è stata devastata. Hanno fatto addirittura scoppiare una bomba carta che ha divelto pezzi di intonato e qualche mattonella. Il portone d'ingresso è stato fortemente danneggiato e la cappella stessa è diventata un orinatoio.  I vetri, non ci sono più. Tutti distrutti. All'esterno del muro della Cappella, dove c'è anche una targa in memoria del carabiniere Salvatore Nuvoletta, qualcuno ha disegnato la sagoma di due kalashnikov. Il muro è completamente imbrattato.


"Sono ragazzi che arrivano in gruppo come orde di barbari da vari quartieri del paese  -  dice un altro pensionato  -  Sparano bombe  carta, qualcuno si diverte a lanciare bottiglie piene di benzina e distruggono tutto  quello che possono. Abbiamo anche avvisato i carabinieri, ma qui nessuno se ne frega" Gli agenti della sezione distaccata della squadra mobile di Casal di Principe stanno svolgendo indagini per cercare di identificare gli autori della devastazione, ma sinora senza alcun risultato.

Emilio Diana, il fratello del sacerdote ucciso, è senza parole: "Ho visto uno spettacolo desolante nel Parco stamattina e mi piange il cuore. Non è possibile assistere a queste devastazioni  ogni paio di giorni. Bisogna mettere un freno". Peppe Pagano e Mirella Letizia, del presidio di Libera di San Cipriano d Casal di Principe, arrivano nel parco con in braccio la loro figlia piccola. Le loro facce parlano da sole. Ma non si perdono d'animo. "Dobbiamo fare in modo che questo luogo sia frequentato di più se non vogliamo che sia completamente distrutto".

Dopo un giro di telefonate, annunciano: "Domattina alle 10 ci ritroveremo qui in tanti. Abbiamo convocato le associazioni di volontariato del territorio  per ripulire il parco e per sistemarlo." "Questi ragazzi vanno capiti  -  dice invece  l'avvocato Francesco Martino che ha dato vita al movimento per il riscatto dei cittadini di Casal di Principe -  li dobbiamo educare e fargli capire che questo parco è un bene comune. Ma se nessuno glielo dice e apre un dialogo con loro, a partire dalle famiglie, saremo sempre punto e a capo".

Tratto da: napoli.repubblica.it

 

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