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I Carabinieri del gruppo di Torre Annunziata hanno eseguito un'ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, nei confronti di due persone, un 63enne e un 51enne, indagati per l'omicidio di Tommaso Covito, ucciso a Santa Maria la Carità il 12 novembre 2000. Nei confronti dei due indagati si contesta il reato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla finalità di aver agito al fine di agevolare l’attività del clan Cesarano, attivo a Castellammare di Stabia e nelle zone limitrofe. Secondo le indagini, la vittima dell'agguato era da poco transitata nel gruppo Moscarella, dal nome del rione di Castellammare di Stabia sul quale il clan Cesarano intendeva estendere il proprio controllo delle attività criminali. La sera del 12 novembre 2000 in via Petraro a Santa Maria la Carità due persone a bordo di uno scooter hanno affiancato l'auto guidata da Tommaso Covito, detto "'o zione", a suo tempo considerato leader del gruppo di fuoco del clan Imparato e transitato poco prima nel gruppo dei Moscarella. I due killer, il 63enne e il 51enne secondo l'ipotesi della Dda di Napoli, hanno esploso in rapida successione numerosi colpi d'arma da fuoco uccidendo Covito, mentre gli altri due occupanti che viaggiavano a bordo dell'auto sono rimasti incolumi.

Uno dei due destinatari dell'ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Napoli è Luigi Di Martino, detto "Gigino 'o profeta", 63enne considerato al vertice del clan camorristico Cesarano e attualmente detenuto al regime di 41 bis. Quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e culminate nel provvedimento eseguito dai Carabinieri del gruppo di Torre Annunziata ha trovato riscontro nelle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia.

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