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Sono stati confiscati beni per 160 milioni di euro ad imprenditore reggino, già condannato in primo grado alla pena di anni 12 di reclusione e alla misura di sicurezza della libertà vigilata per 3 anni, in ordine al reato di concorso esterno in associazione mafiosa, operante nel settore edile.

In tutto si parla di 7 tra imprese e società commerciali attive nel settore edile/immobiliare - comprensivo di 99 immobili e 16 veicoli - quote di partecipazione al capitale di 2 società attive nei settori edile e turistico, 234 tra terreni e fabbricati, beni mobili, nonché disponibilità finanziarie per un valore complessivamente stimato in oltre 160 milioni di euro.

Il provvedimento è stato eseguito dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri (unitamente a personale della D.I.A. e dello S.C.I.C.O) su disposizione del Tribunale di Reggio Calabria, sezione misure  di prevenzione, con il coordinamento della locale procura della repubblica antimafia, diretta da Giovanni Bombardieri.

L'uomo, in base a delle precedenti indagini, negli anni '80 al 2017, avrebbe avviato e consolidato nel territorio reggino il suo ruolo di imprenditore nel settore edile, facendo leva sul sostegno di storiche "locali" di 'Ndrangheta, prima su quella dei Latella e, dagli anni 2000, in avanti su quella dei De Stefano.

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