Antonino Barbaro, reggino di 37 anni, ieri mattina all’aula bunker dove era in corso l’udienza del processo abbreviato “Pedigree” ha pronunciato la formula di dissociazione alla ‘Ndrangheta: “Mi dissocio dalla ’Ndrangheta e dalla cosca Serraino di cui ho fatto parte”, ammettendo la partecipazione alla cosca di San Sperato e Cardeto ma escludendo ruoli di primo piano. L’uomo era stato coinvolto nella retata antimafia “Pedigree” che ha sradicato le nuove generazioni della ’ndrina operativa nella frazione San Sperato e nell'area aspromontana di Cardeto e Gambarie.
Durante il processo era stato programmato l'avvio della requisitoria dei Pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Reggio, Walter Ignazitto e Sara Amerio. Barbaro, oltre che a dissociarsi, ha chiarito il suo ruolo ricoperto per anni all'interno del clan (già coinvolto e condannato nella precedente operazione “Epilogo”) e specificando il contributo fornito alle dinamiche associative. Affiancato dal legale di fiducia, avvocato Lorenzo Gatto, lo stesso Antonino Barbaro ha spiegato al Gup Tommasina Cotroneo la scelta di dissociarsi dalla ’Ndrangheta.