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Annullata l'ordinanza cautelare di obbligo di firma

Il Tribunale del riesame di Catanzaro, presieduto dal giudice Michele Cappai, ha annullato l'ordinanza di obbligo di firma per l'avvocato Domenico Grande Aracri, arrestato lo scorso 19 novembre nell'ambito dell'operazione antimafia "Farmabusiness" che ha disvelato gli affari della 'Ndrangheta nel commercio dei medicinali rivelando anche il coinvolgimento di esponenti politici come l'ormai ex presidente del Consiglio Regionale Mimmo Tallini. L'avvocato, fratello del boss Nicolino Grande Aracri, accusato di attribuzione fittizia di beni e valori aggravata dalle modalità mafiose, avrebbe conferito capitali e valori per conto della famiglia di Cutro a teste di legno che figuravano come socie dello stesso consorzio ma anche della società Farmaeko. Inoltre, secondo i pm della Dda, l’avvocato ‘‘in rappresentanza dell’omonima famiglia mafiosa, sovraintendeva le operazioni societarie, stabilendo gli introiti e le quote occulte da destinare alla bacinella della Locale di Cutro quale reimpiego dei fondi illeciti investiti”.
Tutte accuse che lo stesso Grande Aracri, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha respinto dichiarando di non sapere nulla della famosa riunione nella tavernetta di Scarazze nella quale si decise la costituzione del consorzio e venne indicata la sua persona come rappresentante della famiglia Grande Aracri nell'affare dei farmaci. Così come gli altri contatti con commercialisti e farmacisti, ritenuti ‘sospetti’ dagli inquirenti, sarebbero avvenuti per motivi legati alla sua professione di avvocato.
Spiegazioni che già dovevano aver parzialmente convinto il gip che, all’esito dell’interrogatorio di garanzia, aveva sostituito la misura degli arresti domiciliari con quella dell’obbligo di firma che ieri è stata annullata.

Foto © Imagoeconomica

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