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Riprende oggi, presso il tribunale statale di Duisburg, il maxiprocesso contro 14 accusati di "traffico internazionale di cocaina con la partecipazione della 'ndrangheta". Per motivi di sicurezza, il procedimento si celebra presso il tribunale statale superiore di Dusseldorf, come ha reso noto il quotidiano "Frankfurter Allgemeine Zeitung", aggiungendo che cinque degli imputati sarebbero affiliati alla criminalità organizzata calabrese. Gli imputati, tra cui italiani, albanesi, turchi e marocchini residenti in Germania, avrebbero trafficato negli anni 680 chilogrammi di cocaina. Il procedimento si era aperto il 12 ottobre scorso, ma è stato rinviato a oggi perché la madre di uno degli imputati era risultata positiva al test per il coronavirus. Era, quindi, scattato l'obbligo di quarantena di 14 giorni in vigore in Germania. All'origine del processo vi è il sequestro di 80 chilogrammi di cocaina proveniente dalla Guyana, effettuato nel 2015 dalla polizia olandese nel porto di Rotterdam.
Il carico era desinato a una società di import-export semisconosciuta in Renania settentrionale-Vestfalia, rivelatasi poi fittizia e utilizzata per il traffico di cocaina in Europa. Da qui, il 5 dicembre 2018, è partita l'operazione "Pollino" contro la 'ndrangheta che, coordinata dall'Ufficio di polizia europeo (Europol) in Italia, Germania, Belgio e Paesi Bassi, ha portato all'arresto di 94 sospettati. Secondo un pentito della 'ndrangheta, arrestato nel quadro dell'operazione "Pollino", in nessun altro paese i proventi del traffico di droga possono essere riciclati "così facilmente" come in Germania. La criminalità organizzata calabrese reinveste i guadagni in particolare nell'acquisto o affitto di immobili e li ricicla in ristoranti e gelaterie, utilizzati anche come basi logistiche.

Foto © Imagoeconomica

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