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Il provvedimento chiesto da Dda di Reggio Calabria a carico di un imprenditore

Beni per un valore complessivo di 2,5 milioni di euro tra contanti, l'impresa individuale "Fercolor" e il suo compendio aziendale, ma anche due immobili, un libretto di deposito titoli e una polizza assicurativa, sono stati confiscati dai carabinieri di Reggio Calabria all'imprenditore Giuseppe Nasso, 41enne di Rosarno, arrestato nell'operazione "Ares" condotta nell'estate del 2018 contro le cosche della piana di Gioia Tauro. Il provvedimento è scaturito dalla pronuncia della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri, dell'aggiunto Gaetano Paci e del sostituto della Dda Adriana Sciglio, che ha ravvisato gli estremi per alienare gran parte del patrimonio nella disponibilità dell'imprenditore dal momento che i beni, secondo gli inquirenti, oltre a essere stati giudicati di provenienza illecita erano stati messi "a disposizione delle consorterie rosarnesi per realizzare i propri programmi criminali".
Da sottolineare che nel momento dell'esecuzione dell'arresto i carabinieri avevano trovato un milione di euro in contanti, suddiviso in confezioni termosigillate e riposte nel controsoffitto di un locale pubblico gestito da Nasso. Quei soldi, secondo gli investigatori, servivano ad agevolare le iniziative illecite delle consorterie di riferimento, soprattutto per quanto concerneva l'acquisto delle partite di cocaina provenienti dall'America Latina.
Oltre alla confisca, il Tribunale ha disposto nei confronti di Giuseppe Nasso, ancora oggi detenuto, la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, che lo stesso dovrà scontare dopo la sua scarcerazione.

Foto © Imagoeconomica

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