Reggio Calabria. "Dalle finestre delle celle del carcere mi insultavano dicendo 'adesso collabori con Nicolino…", riferendosi al capo della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri. Lo ha riferito, nel corso dell'esame al processo 'Nemea' contro il clan Soriano di Filandari, il collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso, sentito in video conferenza con l'aula bunker del Tribunale di Vibo Valentia. I fatti sarebbero accaduti nel carcere di Siano a Catanzaro subito dopo l'inizio della sua collaborazione: "La mattina del 19 giugno 2018 - ha raccontato Emanuele Mancuso - sono stato trasferito in una cella di isolamento del carcere, e dalle finestre delle celle dei piani superiori ho udito urla e minacce a me rivolte dagli altri detenuti. Mi gridavano di tutto, mi insultavano e mi dicevano 'adesso collabori con Nicolino…", con un chiaro riferimento al procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri.
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'Ndrangheta: il pentito Mancuso, 'minacce in carcere a me e Gratteri'
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