La Finanza ha requisito l'ennesima partita di droga al porto di Venezia. Era stata "prenotata" dagli 'ndranghetisti finiti in manette giovedì scorso.
La dimostrazione che l'organizzazione legata alla 'Ndrangheta sgominata la settimana scorsa manovrasse ingentissime quantità di cocaina la si è avuta mercoledì: gli arresti operati dalla guardia di finanza soprattutto in un capannone di Meolo, che hanno portato in carcere un "santista" della cosca di Africo, nel Reggino, e i suoi sodàli, hanno completamente disarticolato la banda, che quindi non ha avuto più il controllo dei traffici che prima invece gestiva a puntino. Dunque i criminali non hanno avuto il tempo di bloccare l'ennesimo arrivo di stupefacente in Italia: si trattava di un carico di 220 chili di cocaina partito come sempre dal Sud America e arrivato, dopo una sosta tecnica in Spagna, al porto di Livorno. Secondo i piani, poi, il carico "scottante" di frutta (in questo caso banane) avrebbe dovuto raggiungere poi il porto di Venezia per essere poi sdoganato.
Con ogni probabilità nello stesso magazzino di Meolo dove nei giorni scorsi è scattato il blitz del Gico di Venezia. Uomini d'onore, in tutto e per tutto legati a un clan calabrese, in grado di movimentare milioni di euro e quintali di droga purissima, di cui il 30% rimaneva in territorio lagunare. Erano i "dominatori" dello spaccio di cocaina, ora sono in carcere. Durante la raffica di arresti erano stati requisiti 130 chili di droga, stavolta il carico è ancora più pesante.
Le fiamme gialle hanno atteso l’arrivo del carico alla dogana di Venezia con in mano un decreto di perquisizione della DDA veneziana. Non appena giunto negli spazi doganali, il container è stato ispezionato a fondo dai militari del Nucleo di polizia tributaria, coadiuvati dai colleghi del II Gruppo di Venezia, dai “Baschi verdi” e dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane. Nel corso delle operazioni, nascosti fra i bancali, sono stati individuati 188 panetti di cocaina purissima, ciascuno del peso di circa 1.200 grammi. Il totale, come detto, ammonta a 220 chili di cocaina. Si trattava di una nuova partita di droga ordinata nello scorso mese di novembre, che i trafficanti avrebbero dovuto prendere in consegna proprio in questi giorni. Gli arresti di giovedì scorso hanno fatto saltare completamente i piani e non hanno reso possibile fermare il carico, che era già salpato a bordo di una nave dal porto di Turbo, in Colombia.
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