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de-raho-cafiero-conf-stampadi Tatiana Muraca - 9 aprile 2014
Stamane, presso la sede del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, si è tenuta una conferenza stampa, durante la quale si sono resi noti tutti i dettagli dell’Operazione “TNT” (qui foto e dettagli), che ha portato all’esecuzione di un’Ordinanza di Custodia Cautelare nei confronti di 10 persone, facenti parte di un pericoloso sodalizio criminale dedito al traffico di esplosivo, armi, furti e rapine.

L’operazione in questione, però, prende avvio da un arresto risalente all’aprile 2012, operato nei confronti di Domenico Demetrio Battaglia, a seguito del ritrovamento, nella sua abitazione, di 10 formelle di esplosivo del tipo tritolo, lo stesso tipo di quello ritrovato nelle stive della nave “LAURA C”, affondata nell’ultimo conflitto mondiale nei fondali antistanti Saline Joniche (RC).

Ma, un altro aspetto importante dell’indagine, intorno al quale durante la conferenza odierna si sono fatte supposizioni e ipotesi varie, è quello di un evidente collegamento di alcuni personaggi coinvolti nella vicenda con rilevanti figure della criminalità organizzata, con specifico riferimento alle cosche Serraino e Franco.

Voglio far risaltare – ha dichiarato il Procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza durante l’incontro – l’impegno della Procura. Lo Stato – continua – deve riacquistare credibilità nell’opinione pubblica”.

Per quanto riguarda i dettagli dell’intera operazione, partita da alcune sospette intercettazioni telefoniche, a pronunciarsi stamane, Salvatore Piazza, Comandante della Stazione dei Carabinieri: “I soggetti coinvolti – dice – rappresentano una sorta di manovalanza  della ‘ndrangheta; ognuno aveva il proprio ruolo (chi doveva immobilizzare le vittime, chi si occupava della refurtiva ecc). In molti casi è emerso che la banda – ed è questa una caratteristica peculiare – preferiva colpire vittime, di cui conoscevano abitudini ed orari, dei conoscenti, insomma, in modo particolare anziani”.

Solo per citare alcuni esempi, oggi si è parlato anche di una rapina commessa a Cardeto, nell’aprile 2012 ai danni di due anziane donne, madre e figlia, per la quale Teodoro Moro, originario di Cardeto, temeva che potesse essere riconosciuto dalle due donne o da quel “bastardo del figlio”, perché “lo avevano visto crescere”.

Massimo Murina, Alessio Cirillo, Massimo Piccolo e Osvaldo Surace, invece, si sono resi protagonisti di un’altra rapina avvenuta nella casa di una donna e dei suoi familiari, che loro stessi conoscevano bene. Ancora Murrina e Piccolo, in un’altra occasione, dopo essersi guadagnati la fiducia di un impiegato di Reggio Calabria, dapprima si facevano prestare la sua auto, una BMW, e successivamente simulavano il furto dell’auto per farsi consegnare da questi 3.000 euro in contanti, quale prezzo per l’intermediazione con una fantomatica banda di pericolosi ladri di macchine; i soldi ricevuti, poi venivano sperperati da Murina alle slot machine.

Un’altra caratteristica della banda che è stata risaltata quest’oggi è l’efferatezza dimostrata verso le vittime, minacciate spesso con armi improprie, come coltelli,  bastoni, pistole o spranghe.

Zampaglione, ad esempio, secondo quanto emerso da una delle tante intercettazioni, spiegava che “se uno prende a fare… almeno lo tira, si deve difendere poi una persona per davvero, se deve andare male che vada male, vaffanculo… oh, un’arma è sempre un’arma”, ossia che una volta entrati nell’abitazione per rapinare, era importante picchiare subito le vittime, specificando che più venivano colpite, più si sarebbero sentite inermi.

In riferimento alle finalità di utilizzo del tritolo sequestrato, invece, ancora non si hanno delle notizie certe, ma, da quanto dichiarato dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Dott. Federico Cafiero de Raho, si stanno svolgendo delle verifiche per appurare tutto nel dettaglio.

È  meglio rinunciare ad un parte anche importante della propria vita – afferma de Raho – piuttosto che assoggettarsi al potere mafioso. Adesso la ‘ndrangheta, senza i suoi maggiori capi, si sente indebolita, ma si tratta pur sempre di un indebolimento misero rispetto all’intero potere della mafia. Oggi Reggio – continua il Procuratore – si trova ad affrontare dei problemi che anche altri Paesi hanno affrontato 20 anni fa. Ci tocca fare dei sacrifici per andare avanti – dice de Raho, rivolgendosi soprattutto ai cittadini reggini –  Questa è una città che deve tornare ad essere libera, si ricordi bene che lo Stato vince sempre”.

Quest’ultima affermazione di de Raho è emblematica, soprattutto in un momento in cui la ‘ndrangheta, evidentemente minacciata nel suo potere, si fa sempre più feroce, mossa da una mentalità radicata in una cultura che si rifà all’utilizzo della forza per ottenere quel rispetto e quell’ “onore” che la mafia si è sempre vantata di possedere.

Il collegamento tra il sequestro di tritolo e la criminalità organizzata, si badi bene, si basa su una ipotesi logistica, in quanto lo stesso materiale era già stato trovato nella “mani” della ‘ndrangheta in altre occasioni.

Un’altra ipotesi avanzata quest’oggi è quella basante su una possibile connessione, sempre riguardante il tritolo sequestrato, con i fatti di cronaca avvenuti a Reggio negli ultimi tempi (ci si riferisce alle esplosioni che hanno riguardato varie attività commerciali della nostra città).

È possibile ipotizzare – ha affermato Sferlazza  a riguardo – che l’esplosivo sequestrato sia collegato alle recenti esplosioni, ma sono tutte delle mere ipotesi”.

Si ricordi che nell’Operazione “TNT” sono stati impegnati oltre 100 Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, supportati dai militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori e del Comando Tutela e Patrimonio Culturale di Cosenza.

Le persone tratte in arresto sono:

Battaglia Domenico Demetrio, nato a Reggio Calabria il 23.10.1963:

Berlingeri Damiano Roberto, nato a Melito Porto Salvo il 23.12. 1986;

Cilione Giovanni, nato a Melito Porto Salvo in data 11.07.1986;

Cirillo Ivano Alessio, nato a Reggio Calabria il 22.02.1988;

Fortugno Vincenzo, nato a Reggio Calabria il 07.03.1968;

Moro Teodoro, nato a Cardeto il 23.05.1955;

Murina Massimo, nato a Reggio Calabria il 12.05.1975;

Piccolo Massimo, nato a Reggio Calabria il 27.12;

Surace Osvaldo, nato a Reggio Calabria il 19.06.1978;

Zampaglione Giuseppe, nato a Montebello Jonico (RC) il 04.02.1975.

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